mercoledì 30 dicembre 2009

Una seria proposta di lavoro

Quando il lavoro non c'è bisogna inventarlo. In sintesi questo dice Keynes, e ne abbiamo avuto prova con l'invenzione dell'euro quando questo cambiamento artificiale ha generato occasioni di lavoro per gran parte del tessuto economico: dagli stampatori di cataloghi ai programmatori di computer tutti erano impegnati a preparare l'evento.
Anche l'anno 2000 è stata una gigantesca occasione di lavoro, sopratutto per l'industria informatica, causa e soluzione del problema del millennium bug. E un modo per iniettare una bella novità nel sistema potrebbe essere proprio quella di intervenire sul calendario realizzando il sogno di Asimov di avere un calendario più razionale di quello attuale.
La soluzione potrebbe essere di un calendario di 12 mesi, ognuno di 30 giorni e con 5 settimane di soli 6 giorni; insomma un calendario di 360 giorni come quello in uso nelle banche per il calcolo degli interessi.
I 5 giorni rimanenti (6 negli anni bisesti), messi tutti a fine anno, sarebbero giorni di vacanza, senza effetti legali, cioè non correbbero interessi, niente contratti, nessun tipo di registrazione, tutto rimandato al 1 gennaio successivo.
Da un punto di vista lavorativo non cambierebbe molto, portando al week-end le feste civili e religiose che non cadono di sabato o di domenica, anche lavorando solo 4 giorni a settimana, si avrebbe un totale di 20 giorni al mese, cioè 220 annuali, quasi lo stesso numero di giorni di oggi (224), compreso un mese intero di ferie.
E, ovviamente, per avviare tutto questo nuovo calendario ci sarebbe un sacco di lavoro per tutti e per almeno 2/3 anni.

domenica 27 dicembre 2009

Imitare la natura

Quello che c'è di bello in USA è che, se decidono che una cosa si deve fare, si danno da fare per farla, ci mettono i soldi e anche università piene di Nobel si mettono all'opera.
Anche solo per imitare la natura con dei deliziosi robot che però avranno applicazioni banali, come lavare i vetri, ad esempio lavare i vetri su un grattacielo.

domenica 13 dicembre 2009

Accadde domani

I media del 2009, quasi 2010, sono belli zeppi degli orgasmi da Alta Velocità; e speriamo siano solo marchette pagate dalle F.S. (travestite da S.p.A. con aiutino dal bucherellato bilancio dello Stato), perchè, se i nostri intellettuali credono veramente a quello che scrivono, si comprende bene perchè questo è un paese immobile più della Russia e della Cina messe insieme.
Secondo questi super eccitati la TAV crea nuova cittá, MI-TO, NA-RM, FI-BO, che dovrebbero fare di più offrendo...che cosa?
Cosa cambia un'ora di viaggio?
E sopratutto a che serve oggi?
La TAV era cosa buona e giusta negli anni 70, quando le telecomunicazioni non erano sviluppate e non così economiche, diffuse e pervasive.
Oggi tutto il settore telecominicazioni è ventre a terra per vendere apparati per la video-conferenza (anche perchè non c'è nient'altro da vendere!) e, quando ben strutturata, stare davanti a un video da 42" a Milano parlando con altri che stanno a Roma, non crea nessun problema di comunicazione, anzi, si diventa più efficaci perchè il fatto di essere davanti a una telecamera impone di evitare il cazzeggio eccessivo; e poi c'è il fattore tempo: la sala della video-conferenza è una struttura che deve essere usata da altri e quindi da occupare giusto il tempo necessario.
Poi ci sono i voli low-cost che convincono le multinazionali a concentrarsi su Londra o Zurigo invece di tenere un altro costoso ufficio a Milano o a Roma; e, infatti, alcune stanno (discretamente) chiudendo in Italia, allungano due anni di stipendio a chi non si vuole trasferire, lo licenziano e spostano baracca, e pochi burattini, magari a Dublino o ad Amsterdam.
E allora a che serve oggi la TAV come struttura di supporto all'economia?
Il fatto che uno abiti a Torino e vada a lavorare a Milano tutti i santi giorni è un valore?
No, è solo il sintomo di un paese dove il lavoro buono è così scarso che la gente deve sottoporsi a una vita di sacrifici, nè più nè meno come quello che da Formia va a Roma in qualche ministero che non è in grado di organizzarsi per far smaltire le scartoffie elettroniche vicino casa dell'impiegato utilizzando le tecnologie dell'informazione, solo da rinforzare scavando quattro buchi per metterci un altro po' di fibre ottiche.
Ma lo scavo di una trincea per la fibra non è un opera ciclopica - e costosa - come la TAV, dove di soldi ne girano tanti.
Perciò ci dobbiamo sorbire gli orgasmi dei giornalisti e sopportare che i grandi impresari di lavori pubblici si arricchiscano con i soldi (fatti con i BOT) per opere ormai inutili.
Così com'era in principio, nel 1861, quando tutto lo sviluppo dell'Italietta savoiarda era sperato nella creazione di una rete ferroviaria, "una grande occasione di unità", ma in verità succosa greppia per gli scandali successivi, quelli che portarono al fallimento delle banche, poi abbarrucate allo Stato, scandali che già allora diedero la cifra di questo paese con un domani molto prevedibile, perchè in tutto e per tutto uguale al suo passato.

domenica 6 dicembre 2009

Autodistruzione

Una delle cose che meraviglia la persona onesta è l'eccesso di crapula, di sesso e di droghe che c'è alligna nella classe dirigente, comportamento che porta spesso alla distruzione dell'individuo che aveva tutto, successo, amori, potere e denaro e che tutto perde per immergersi nei bagordi.

Ma quando uno ha avuto un poltrona d’oro perchè era figlio-di, o perchè era un portaborse, o perchè sciacqualattughe di un capetto, pubblico o privato che sia, l’autostima si azzera, perchè non c’è peggior giudice di se stessi, e si cerca perciò una forma di auto-distruzione.

Ogni forma di auto-dissoluzione, anche di una società, deriva dalla consapevolezza di avere avuto, quello che si ha, con mezzi disonesti, cioè prevaricando gli altri, il gruppo sociale cui sia appartiene, e spesso togliendo ai più capaci, e il censore che sta dentro di noi, (che non ha niente a che fare con le religioni, anzi queste sono generate dal censore per rendersi evidente), punisce il singolo guidandolo verso comportamenti autodistruttivi e porta le società verso il declino.

La macchina che sta dentro di noi è una macchina darwiniana che elimina i soggetti e le società deboli, corrotte e malate, cioè non utili al progresso della specie.

mercoledì 2 dicembre 2009

Perversioni fiscali

Uno dei problemi, (probabilmente insolubile), del sistema fiscale italico è la perdita del senso e di qual'era lo scopo originario di certe imposte, tasse e contributi.
Uno di questi è il ticket sanitario, inventato in UK per scoraggiare il ricorso facile (perchè gratuito) al consumo di medicinali, importato da noi per il solito scimmiottamento acritico e che si è trasformato in un'altra tassa in molti casi assurda.
Infatti, si paga il ticket anche per farsi fare un'operazione agli occhi, - ma al ginocchio o al cuore sarebbe lo stesso -, il che vuol dire che, se non paghi, lo Stato non ti opera e, diventato disabile, ti dovrà dare una pensione d'invalidità con il necessario assegno di accompagnamento.
Ovviamente il suddito paga per farsi operare mentre lo Stato si trasforma da etico in uno che impone il pizzo sulla salute.
Rimane il problema su come impedire l'abuso di farmaci e prestazioni, dove in parte il ticket serve, ma dove meglio inciderebbe un controllo automatico fra dati demografici ed epidemiologici, cosa che non costa molto implementare e che, sopratutto, è utilissima per controllare la spesa delle strutture sanitarie, vere macine dove si distruggono soldi pubblici.

lunedì 30 novembre 2009

Internet, libertà e responsabilità

Il video di un ragazzo disabile pestato dai "compagni" di classe, e messo in rete, ha scatenato una denuncia, un'occasione per infiammare gli animi degli amanti delle tecnologie che credono di avere un diritto tutto loro per fare quello che vogliono e mettersi sotto ai piedi secoli di civiltà giuridica il cui scopo è tutelare sopratutto i deboli (e non c'è più debole di un disabile) contro la malvagità gratuita o l'arroganza dei potenti e dei ricchi.
Con quest'animo infoiato, i tecno-amanti dimenticano (ammesso che lo sappiano) che chi è responsabile di un'infrastrttura deve prendere tutte le precauzioni per evitare che, dall'utilizzo improprio o negligente dell'infrastruttura, ne derivino danni a terzi.
Infatti è per questa ragione che da McDonald mettono un segnale giallo per indicare che il pavimento è bagnato, ed è per questo che i poliziotti mettono una mano in testa alla persona che viene caricata a bordo di una volante.
Ma i tecno-fili credono che loro, messo un avviso sulle condizioni del servizio digitale, siano esenti da responsabilità o che loro possono applicare, sic et simpliciter, in EU metodi nati negli USA, tanto che ad un convegno di Assintel un avvocato ha scandalizzato l'uditorio di tecnici con l'affermazione che, in materia di e-commerce, "quasi tutto quello che in America si può fare (in Internet o via telefono) in EU è proibito".
E ne sanno qualcosa Microsoft, che si è presa multe stratosferiche dall'antitrust UE o Oracle che sta in ambasce perchè è sub judice la sua fusione con SUN.
Ora, considerato che è difficile (ma non improbabile) che gli americani mandino di nuovo i marines ad occupare l'Europa, i tecno-infoiati devono necessariamente darsi una calmata e rispettare le leggi europee, oppure formare un loro partito, scendere in campo, farsi eleggere ed emettere delle leggi che prevedano, ad esempio, che se uno lascia il gas aperto e salta in aria un palazzo, lui non ne ha nessuna colpa, povera stella!

venerdì 27 novembre 2009

Dopo Dubai

Come disse qualcuno: "quando una cosa perde il senso diventa arte", come il cavallo che da motore è diventato equitazione.
Ecco, la finanza è diventata arte, arte astratta, e bisogna capirla per metterci mano.
Mano che possono metterci solo i governi, visto che le banche centrali sono parte importante del problema, più sensibili agli espositori di quadri astratti (le banche) che ai problemi dei visitatori delle gallerie (i risparmiatori ingenui e ingordi).
Ma i vari Bambi Zapatero, l'ombroso Brown, il patetico socialite Sarkozy, l'ex DDR frau Merkel Angela (di nome, ma non di fatto), la dittatura collettiva dei mandarini cinesi e quella specie di Sunshine Family che sta alla casa Bianca, hanno i mezzi culturali per capire questa forma d'arte?
Non credo.

giovedì 26 novembre 2009

Punizioni non proporzionate

In un asilo israeliano c'era la cattiva abitudine dei genitori di arrivare in ritardo a ritirare i loro cuccioli, con tutte le conseguenze immaginabili sul morale degli addetti, costretti ad aspettare gli sciagurati genitori che se la prendevano comoda.
Bisognava trovare una soluzione e il perfettino di turno s'inventa quella dolorosa: colpire la gente al cuore, cioè al portafoglio, una bella multa per ogni ora di ritardo.
Risultato?
I ritardi e i ritardatari sono aumentati!
E per una ragione molto semplice: l'avere stabilito un prezzo (ragionevole e eguale per tutti) ha permesso alla gente di monetizzare, non tanto uno svantaggio (perdere soldi per una punizione), ma parametrare il prezzo dell'ora di extra-parcheggio con il vantaggio di poter fare il proprio porco comodo.
Questo è il perchè gran parte dei sistemi di dissuasione non funzionano: la gente si fa due conti e spende 10€ al giorno per parcheggiare al centro, nelle strisce blu, o meglio, parcheggiare in quelle gialle, calcolando che il rischio di beccarsi la multa da 60€ è statisticamente molto basso.
Purtroppo, come il direttore dell'asilo in esempio, siamo governati da illusi che credono che gli esseri umani siano una massa di pecoroni e non, com'è in realtá, una bella ghenga di 6 miliardi di volponi.

mercoledì 25 novembre 2009

Alla puttanesca

C'era una volta un re, sovrano di uno staterello ai pie' di monti maestosi, almeno loro, di maestoso, il re, aveva molto poco, anche perchè aveva casse vuote e tanti debiti.
Cosí il suo primo ministro, avvilito dai conti in rosso, decise di andare a saccheggiare i suoi vicini, pacifici re che da secoli regnavano godendosi ricchezze vere e l'amore dei loro sudditi.
Ma quando uno è reuccio e vuole fare guerra a tanti re, deve avere almeno un potente alleato e, non avendo niente altro da offrire, il primo ministro infilò nel letto di un imperatore la sua smaliziata cuginetta, tale Virginia, di nome ma non di fatto, che, fra un baciozzo e l'altro, convinse l'imperatore ad aiutare il re miserello a conquistarsi un regno, uno vero e degno di questo nome.
E un regno nato grazie alle grazie di una puttana, a puttane comunque doveva finire.

domenica 22 novembre 2009

Un mondo finito

Viviamo in un universo infinito ma la nostra vita si svolge in uno spazio finito, in senso geografico, perchè la Terra e quella che è, uno scoglio blu nel nero del cosmo dal quale non possiamo evadere, ma anche in termini di pulsioni intellettuali, perchè non abbiamo più, come aveva il coraggioso Ulisse, mari da navigare, colonne da superare, prodigi da scoprire, e quelli che ci sono rimasti, nella scienza fisica e nella biologia, sono solo per pochi eletti
Anche negli ideali vediamo un mondo finito, perchè omologato, dove solo pochi oscurantisti cercano di resistere al livellamento globale inesorabile.
Prima o poi gli USA avranno una previdenza sociale all'europea, prima o poi la Cina e la Russia dovranno democratizzarsi, prima o poi le teocrazie islamiche dovranno emancipare le donne, e allora ogni angolo del sasso blu sarà uguale a qualsiasi altro.
E forse è questa la ragione profonda della crisi: un appiattimento globale e in ogni campo, compreso quello manageriale, dove l'applicazione pedante e pedestre delle stesse regole apprese negli MBA non può che portare agli stessi risultati, il che non è una buona base per competere.
Bisognerebbe trovare il coraggio di essere diversi ma, come dice don Lisander, uno il coraggio (d'innovare) non se lo può dare.
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Primitivi Digitali

Le cronache dell'epoca riportano che la gente di Parmalat avesse cercato di distruggere le prove degli artifici contabili prendendo a martellate un computer, il che dimostra che la contabilità di un gruppo multinazionale era conservata su una specie di giocattolo, qual'è un Personal Computer, e che la comprensione dell'informatica dei dirigenti di una tale azienda era tale da non capire che sarebbe bastato far sparire il disco magnetico visto che, anche prendendolo a martellate, un gruppo di specialisti sarebbero riusciti comunque a leggerlo.
Un po' come avvenuto con il PC di una persona uccisa a Roma che qualcuno ha pensato forse di rendere inaccessibile annegandolo nel lavandino come se fosse un gattino di troppo di una covata troppo numerosa.
Altro preclaro esempio che l'Italia è un paese tecnologicamente primitivo anche se abbiamo ormai più cellulari che abitanti.
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sabato 21 novembre 2009

PEC: occorrerebbe fiducia

La Posta Elettronica Certificata per parlare con la P.A. sarebbe una bella cosa, se l'amministrazione pubblica non fosse quella di un paese dove è sempre possibile, e molto probabile, che si cambino le carte in tavola a suo uso e consumo.
E si potrebbero citare decine di eventi dove la P.A., o sue emanazioni molto potenti, hanno cercato di scappottarsela, e dove solo lunghe battaglie giudiziarie, carte alla mano, hanno cercato di vanificare i colpi di mano del potere.
Figuriamoci quando si parla di evanescenti registrazioni elettroniche, magari basate su macchine con sistemi operativi giocattolo, gestiti da ragazzotti dall'io ipetrofico, direttamente proporzionato al loro tasso di ludicità nella gestione della sicurezza.
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giovedì 12 novembre 2009

Lo scudo inutile

Le parole, come si sa, rivelano sempre recondite paure e desideri e, avere chiamato scudo il provvedimento per il rientro di capitali, è un sintomo di profondo malessere, molto ben conosciuto più che percepito, dal ministro del Tesoro, espressione di quei produttori che sono, per necessità, i destinatari, ma non i maggiori beneficiari, del provvedimento, gente che deve procurarsi denaro sonante perchè ha le casse vuote, non è più finanziato e ha banche, fisco e fornitori da pagare.
Si tratta quindi di una mossa alla disperata, un tentativo di salvarsi con un fallaccio, sicuri che l'arbitro-fisco (per il momento) guarda dall'altra parte, con la speranza di ricominciare a fatturare come ai bei tempi.
Ma se un'azienda non è stata capace di affrontare una crisi vuol dire che la sua gestione è a pane e castagne, non ha mai avuto una strategia e sopratutto non ha capacità di diversificazione (di mercato e/o di prodotto) per cui è abbastanza improbabile che riesca a riavvare le macchine quando l'economia sarà ritornata ai livelli precedenti la crisi.
E poi c'è il piccolo particolare che, nel frattempo, i concorrenti sani non stanno mica a guardare, presidiano e occupano fette di mercato tradizionale e sopratutto attaccano quei mercati diversi che i concorrenti asfittici non hanno visto.
Alla fine chi proprio non è in grado di competere dovrà abbandonare e lo scudo sarà servito al fisco per aggiungere qualche goccia di euro in un secchio bucato.

lunedì 2 novembre 2009

Mentre il medico studia...

...il malato muore!
Ed è questa la fine che sta facendo quella parte debole dell'economia che viveva di quel 30% di pannicolo adiposo sparito con la riduzione dei consumi causa crisi.
La disoccupazione aumenta, la paura pure, ovviamente la gente si arrangia, cercando di mantenere un livello decente di vita, oltre tenersi la casa per non fare la fine di tanti americani ridotti a vivere in roulotte, tende o in ospizi sovraffollati.
In questo day after economico vediamo la totale latitanza della politica, in tutto il mondo e sotto tutte le colorazioni politiche, segno evidente che non sanno che fare, perchè non capiscono il problema, mentre gli scienziatini superpagati e sopravvalutati delle banche centrali si astengono dal proporre rimedi nuovi, per non prendersi responsabilità come solito, e continuano in inutili interventi fatti con strumenti poco efficaci e volti sopratutto a salvare le banche.
Poverine, rimaste a secco, le hanno riempite di liquidità, che però non vanno alla gente ma servono per grandi manovre atte a salvare grandi debitori sistematici.
E, siccome il buco pare sia grande come una miniera di zinco a cielo aperto, si sono inventati i bond di stato, cioè prestiti onerosi che dovrebbero migliorare il patrimonio delle banche e spingerle a prestare denari all'economia reale.
Però costano tanto, e i banchieri cercano di farne a meno, prendono tempo e, intanto, l'economia si spegne lentamente per anossia finanziaria.
Ora, considerato che questi bond sono altro debito pubblico e che l'abbondante liquidità immessa stagna nei forzieri della banche, non sarebbe meglio se gli stati comprassero dalle banche un po' di mutui e prestiti della gente comune?
Magari, fissando un tasso fisso basso, diciamo un 3%, le rate sarebbero ragionevoli e abbordabili, le banche si ritroverebbero con le casse piene e gli stati lucrerebbero sulla differenza positiva fra il tasso dei titoli offerti al mercato dei risparmiatiori e quello sui mutui e prestiti "nazionalizzati".

domenica 1 novembre 2009

Maratoneta a NYC

L'ambizione della servitù è stata sempre quella di scimmiottare il ricco padrone e perció tante delle usanze americane sono entrate nella nostra subcultura, a volte con un ritorno in Europa di cose tipicamente nostrane, esportate a suo tempo in America e poi riverniciate, a volte ribattezzate e sempre massificate come prodotto industriale.
La sublime pizza napoletana ridotta a schifezza con l'anas in un cartone fetente, le svizzere diventate hamburger da infarto, gli hotdog, che sono sempre i vecchi i salsicciotti mittel-europei, Santa Klaus, il San Nicola da Bari rielaborato dalla CocaCola, e anche Halloween, quel pasticciaccio brutto di riti pagani anglosassoni e feste dei morti cristiane ormai occasione di bagordi per adulti poco cresciuti.
Infine anche la mania del correre, anzi, del running, una cosa che già il cardiologo Barnard aveva definito semplicemente un'idiozia che fa più male che bene.
Ma l'imitatore servile è ormai preso e il suo sogno supremo è certamente quello di farsi i 42 km e rotti fra gli scenari di Woody Allen e quelli di Marty Scorsese di una New York che è un luogo che va goduto lentamente, sorseggiandone ogni angolo e non certo correndo intruppati fra maratoneti professionisti e quelli che, giustamente, ci vanno solo per l'ennesima occasione per esibirsi.
Il runner invece ci va per correre, al via fa scattare il suo cronografo personale per battere di nuovo se stesso.
Ma è proprio così?
No, perchè il runner non corre contro se stesso, e nemmeno contro gli altri, il runner, sopratutto over 40, corre per sfuggire alla Signora Morte, la sua è una fuga da un destino ineluttabile, ed è veramente singolare che la più famosa delle maratone aperte a tutti si svolga nei giorni dei morti, i giorni che ci ricordano che è meglio vivere la nostra breve vita insieme agli altri e per gli altri, perchè è inutile correre per sfuggire alla Morte, lei sta sempre avanti a noi, sull'ultimo traguardo, pronta a schiacciare il pulsante dell'ultimo centesimo di secondo.

sabato 31 ottobre 2009

Video killed the Berlin Wall

Parafrasando la famosa canzoncina possiamo affermare che il Muro di Berlino, e tutto quello che conteneva, è caduto per colpa dei VHS che i giovani rampolli della nomenklatura sovietica riportavano a casa dai viaggi in Occidente.

Grazie alla faciltà della copia si diffondeva così il virus che distruggeva progressivamente l'informazione ammannita dal PCUS, quella che parlava di un paradiso sovietico contrapposto a un Occidente praticamente alla fame come leggevo nelle rivistine che mi mandava un'amica di penna della DDR, quando studiavo il tedesco, in cambio di sapone e calze.

Tornando alle russe che potevano viaggiare, quello che accadeva in pratica era che il cittadino dell'est, quando vedeva la famosa scena del frigorifero in "9 settimane e mezzo", si concentrava sullo sfondo, cioè su un'abbondanza di cibo da poter essere usata per il gioco erotico e, ovviamente, l'inconscio comparava con la scarsitá, povertà e poca varietà dell'economia pianificata che non riusciva a soddisfare anche quei bisogni non essenziali, ma che arricchiscono la banale vita di ognuno, come può essere mangiare un frutto esotico di tanto in tanto.

E la prova sono state le mamme della DDR che, passato il muro caduto, per prima cosa compravano, con i marchi regalati dalla Germania Federale, le banane per i loro figli.

Ovviamente i video non hanno fatto cadere il muro, però hanno contribuito a creare la discussione all'interno del KGB, l'unica entità che sapeva la verità sul disastro economico sovietico.

Così, alla morte di Breznev, con grande sorpresa della CIA, Andropov, che sarà anche il main sponsor di Gorbaciov, prende il potere con uno scopo preciso: riformare/smantellare il sistema, con l'idea gattopardesca che tutto cambiasse lasciando però il potere in mano alla nomenclatura più potente, quei vertici del KGB che si sono impadroniti poi di tutte le ricchezze, e in seguito anche del potere, oggi gestito forse dal migliore di loro, uno che, guarda caso, è celebrato come un eroe della caduta del muro in un documentario che uscirà a celebrazione dei 20 anni dall'evento, una specie di panegirico sulla sua meritoria opera quando era in servizio a Dresda, nella fedelissima DDR, sacrificata nel 1989 per ragioni poco nobili ma sicuramente molto ricche.

Ma siccome nell'universo russo niente avviene per caso, forse Vladimir ci sta preparando qualche altro spettacolare colpo di teatro. Io un'idea ce l'ho!

venerdì 30 ottobre 2009

Sostituire l'IRAP

Per abolire questa vituperata imposta regionale, che serve però a pagare la sanità, non credo che si possa sfuggire, nel sostituirla, dall'adottare un sistema di tassazione dissimile da quello che esiste in UK o negli USA, cioè la tassazione degli immobili, con una specie di ICI basata sul valore del cespite, o con un imposta sulla rendita degli immobili affittati.
Un modo per spalmare la tassa su tutti quelli che beneficiano della sanità regionale che non si vede perchè debba essere pagata solo dalle imprese.

domenica 25 ottobre 2009

La via mediana

Il comunismo ha chiuso bottega nel 1989, il liberalismo la sta chiudendo in questi giorni, e non solo in metafora visto che molte aziende dovranno chiudere per mancanza di capitale di rischio e perfino di quello per la gestione corrente.
Ovviamente, come quelli della DDR i politici del mondo liberista non se ne sono accorti perchè chi è immerso in un sistema non può capire il funzionamento dall'interno della macchina e, purtroppo, non c'è un KGB che, avendo tutti i dati economici "veri", sappia quando è il momento di cambiare, sopratutto per salvare se stessi, pilotando un "ricco" atterraggio morbido.
Il liberalismo andrà perciò incontro a crisi sempre più frequenti, non gestite come quella attuale, cercando in tecnostrutture come la BCE e la FED soluzioni, mai efficaci, perchè obsolete come lo è il sistema che non funziona più, come nascondere all'INPS la morte del nonno per continuare a prendere la pensione.
Assodato che il sistema è in agonia, con che lo si potrebbe sostituire, se ci fossero politici in grado di capire e di agire?
Una strada da percorrere è quella di mezzo, dimenticare la sbornia ultraliberista, chiudere in una specie di Guantanamo per talebani liberisti gli adoratori della Tatcher e ragionare in modo razionale tenendo conto che la Terra non è altro che una specie di nave spaziale (cioè un sistema chiuso) che trasporta 6 miliardi di astronauti che devono convivere se vogliono sopravvivere.
E questo si può avere solo se il sistema viene razionalizzato! lasciando indipendenza di azione al singolo, ma riportando sotto il controllo statale tutte quelle funzioni che, per loro specifità, sono uniche e dove la concorrenza fa poco o niente per migliorare il servizio.
A che serve un acquedotto privato? E una metro SpA? E quella fintissima Spa che sono le ferrovie? E le autostrade a pagamento?
A niente! Servono solo a creare costose rendite per qualcuno senza apportare benefici economici al sistema.
Ovviamente gli ultraliberisti ricorderanno che questi sistemi, statalizzati, sono fonte di inefficienze e ruberie, cosa vera come ha dimostrato Tangentopoli, ma basterebbe dare ai cittadini più trasparenza (cosa facilissima con Internet) e comminare pene pesantissime (come nella Cina dalla pena di morte facile) per contenere le degenerazioni che, per altro, ci sono anche nel sistema ultra-liberale dove abbiamo avuto scandali industriali e finanziari di fronte ai quali i mariuoli di Tangentopoli erano borseggiatori (anche fessi visto che si sono fatti pizzicare da un ex questurino).
Bisogna tornare rapidamente ad un sistena misto, lasciando la libera iniziativa dove può essere utile e nazionalizzando tutti i sistemi dove la concorrenza è impossibile o può creare danni sistemici, come nel caso delle banche che, per avidità dei loro dirigenti, azionisti e depositanti, hanno creato strumenti finanziari, praticamente basati sul nulla, i famigerati derivati, la cui unica eliminazione passa per la nazionalizzazione di tutte quelle banche che non hanno un più un patrimonio adeguato, lasciando private quelle piccole e sane, come quelle locali e cooperative che, essendo direttamente controllate dal territorio, sono meno avvezze ad avventurarsi nella creazione di castelli di carte, il che dimostra che il controllo diffuso e la trasparenza possono far funzionare anche un sistema misto.

sabato 24 ottobre 2009

Sesso e Potere

Qualche lettore del mio romanzo "Il sale sulla coda" mi ha chiesto il perchè ci sia tanto sesso in un giallo nel mondo finanziario e, facendo una tale osservazione, mi rendo conto dell'abisso che separa la gente comune da quelli che, a qualsiasi titolo e sotto qualsiasi bandiera, gestiscono il potere.
Perchè per la gente "normale" è veramente difficile capire che la sessualita' sfrenata dei VIP non è uno dei loro tanti privilegi bensi' scopo principale per la conquista del potere, uno scopo uguale a quello dei malavitosi che cercano il guadagno facile per la soddisfazione immediata di stimoli incontrollabili per la quale si è disposti anche ad uccidere, cosa che fa anche il potere quando scatena una guerra.
Purtroppo, anche se ogni giorno scopriamo i vizi dei potenti, la gente "normale" non vuole credere a cio' che vede, anzi, cerca puerili e patetiche giustificazioni per il proprio capo-branco, dimostrando che la parte specifica del cervello umano, quella razionale, si arrende a quella da animale gregario continuando a pagare la malavita e la classe dirigente con il proprio lavoro.

mercoledì 30 settembre 2009

Bond e BOT

Qualche studioso e qualche politico mostra ormai una palese insofferenza verso le banche, accusate di non volersi piegare alle ragioni della politica e di cercare il massimo del profitto con le operazioni finanziarie invece di finanziare il mondo produttivo ormai a secco di denari (altrui).

L'ultimo casus belli è la mancata acquisizione dei cosidetti Tremonti Bond, cioè prestiti che lo stato farebbe alle banche per rafforzare il loro patrimonio in modo che queste possano fare prestiti alle imprese.

Ora, a parte il fatto che le banche sono aziende che devono fare profitti, e quindi non si vede perchè dovrebbero rinunciare ad operazioni lecite e molto profittevoli, quello che si dimentica è che sono lle stesse che partecipano al collocamento del debito pubblico degli stati, ergo, sono i politici che si sono messi volontariamente in mano alle banche perchè spendono soldi che non hanno per ingraziarsi gli elettori che, in molti casi sono anche evasori, vedi le cifre in ballo con i vari scudi, più o meno severi, che tutti gli stati stanno costruendo.

domenica 27 settembre 2009

Forma della Crisi

Riprendo dal blog di Paola Bonomo un'immagine tratta da un'indagine GFK/Eurisko sulle previsioni della crisi.

A differenza di quanto dicevano l'anno scorso, la crisi non ha una forma a L, U, W, o a V, ma quella dello swoosh della Nike, cioè una rapida caduta (non ancora terminata!) e una risalita lentissima, cioè recessione, come avevo sempre pensato.

Non c'è una palla di vetro nascosta da qualche parte, ma sono solo considerazioni su serie storiche che dicono che la ripresa dopo una crisi bancaria è veramente molto lenta e ogni crisi ha tempi di recupero sempre più lunghi, a mio giudizio perchè la crisi del momento deve incorporare anche parte degli effetti negativi delle crisi del passato.

Philip Roth ha detto che bastano tre tedeschi a distruggere un mondo, speriamo che quei tre, che tanti danni hanno fatto all'economia, Angela Merkel, Alex Weber e Hans Tietmeyer, leggano questi dati e lascino in pace Trichet per i prossimi sette anni, evitando di consigliargli di giocare con i tassi.

mercoledì 23 settembre 2009

Fuori tema

Inizio delle scuole e assalto dei ricordi quando l'insegnante di matematica raccomandava proprietá di linguaggio e quella di lettere di non andare fuori tema.
Anche ai partecipanti alle trasmissioni radio-tv bisognerebbe raccomandare le stesse cose visto che il 90% di quello che si dice, anche con toni violenti, è fuori tema, detto spesso anche male tanto da far concretamente sospettare che a parlare sono solo dei patetici orecchianti che hanno sbirciato qualche appunto ad hoc due minuti prima di andare in onda.

domenica 13 settembre 2009

Non c'è successo nel passato

Nonostante la grancassa pubblicitaria, il cinema italiano ha vinto il resto di niente al Festival di Venezia.

Perchè?

Perchè a una giuria di intellettuali internazionali non può interessare un film come Baaria di quel furbetto di Tornatore, che opportunisticamente ferma la sua storia agli anni ottanta, guarda caso per non parlare della genesi della putrescente situazione politica, economica e sociale odierna.

E un gruppo di cineasti abituati a confrontarsi come Michael Moore sulle origini della crisi economica "attuale" non possono entusiasmarsi per il film dell'altro furbetto Michele Placido che fa il santino del 68, un periodo drammatico per chi ne subì terribili conseguenze, ma assolutamente irrilevante allora e insignificante oggi dal punto di vista storico.

Insomma, il cinema italico, come la letteratura, continua a guardare all'intimistico, di cui è epigona la lagnosa Margherita Buy diretta dalla Comencini, o al passato storico, segno evidente che non ci si vuole confrontare con il presente.

Perchè? Perchè il presente di questo paese è così squallido che se ne ha vergona e perciò lo si nasconde come un appestato i suoi bubboni puteolenti.

mercoledì 9 settembre 2009

Per pagare e per morire c'è sempre tempo

In questi mesi di crisi, dovunque si vada, c'è il pianto greco di quelli che si lamentano dei ritardi della Pubblica Amministrazione nel pagare le forniture. Lamento abbastanza strano visto che chi fornisce la PA sa bene che, con quei pochi soldi del bilancio, bisogna coprire tante spese necessarie e accontentare pure tante pretese da paese avanzato e ricco, cosa che assolutamente l'Italia non è.
Esaurito l'inutile pianto contro la stato moroso, si passa a lamentarsi delle grandi aziende che pagano con tempi scandalosi, e qui, comincia l'invocazione di misure di legge che obblighino i clienti a pagare entro 30 gg, pena...il carcere? Il rogo? Lo squartamento sulla pubblica piazza?
Purtroppo non saranno le leggi (senza forza e quindi inefficaci) a bloccare un andazzo, mentre la consapevolezza che certe cose accadono è l'unico sistema per predisporre misure per il peggio e, fra queste, anche evitare di fornire i cattivi pagatori abituali.
Perché, come nella prostituzione, il peccato lo si può fare solo in due.

lunedì 7 settembre 2009

Se prima erano in quattro

Negli USA aumenta la disoccupazione, ormai oltre il 9%, ma oltre il 16% se si considerano anche quelli che non cercano più e coloro che hanno lavorato poche ore in una settimana, e in contemporanea la produttivita' è aumentata del 6,6%, indice che qualcosa sta accadendo di positivo anche se ci sono 14 milioni di disoccupati.
E il fenomeno non è strano perchè, semplicemente, le aziende stanno facendo lavorare di più i lavoratori rimasti invece di assumere o riassumere, cosa che non avverra' finche' non si vedra' una seria ripresa. O cosi' sperano i politici che dimenticano presto le lezioni del passato e, ovviamente, non sono attrezzati per immaginare un futuro.
Quando la crisi sara' passata (ma quando?) ritorneranno i posti perduti?
Forse no, o almeno non tutti, e questo perchè le aziende economicamente sane potrebbero (anzi, dovrebbero) approfittare per automatizzare in modo da aumentare la qualita' dei prodotti e battere una concorrenza che sara' molto più affollata e assetata .

martedì 1 settembre 2009

Animale araldico italico

Quando Napoleone decise di sostituire i gigli del Borbone scelse, come decorazione, l'ape operosa, un meraviglioso piccolo animale gregario capace di mirabili costruzioni senza devastare la natura, anzi arricchendola tramite l'impollinazione.
Se oggi la Repubblica Italiana volesse scegliersi un animale araldico potrebbe pensare alla cavalletta devastatrice di pascoli e colture, ma meglio sarebbe la termite, quella che subdola erode strutture apparentmente solide fino al giorno in cui crolleranno del tutto svuotate.
Basta frequentare un qualsiasi liceo pubblico italico per vedere come coloro che dovrebbero dare un ossatura ai giovani agiscono invece come termiti fameliche.
Dalla base al vertice del sistema scolastico tutti hanno un solo scopo: pascersi del bene pubblico ignorando, fin dal primo giorno di scuola, il bene supremo per una società che è l'educazione dei giovani.

lunedì 31 agosto 2009

La 3 e il Comma 22

Il famoso libro Comma 22, di Joseph Heller, prende il titolo dal seguente articolo dell'aviazione USA:

Articolo 12, Comma 1 «L'unico motivo valido per chiedere il congedo dal fronte è la pazzia.»
Articolo 12, Comma 22 «Chiunque chieda il congedo dal fronte non è pazzo.»

Un'evidente situazione paradossale esposta nel romanzo per criticare le assurdità della guerra ma che troviamo ogni giorno anche in ambiti tecnologici che dovrebbero essere gestiti con regole ingegneristiche.

Curtroppo così non è, e quello che mi è accaduto con il gestore telefonco 3 è un classico del Comma 22 applicato.

Compro una chiavetta Internet che contiene una SIM promozionale della 3 con 5 euro di traffico.

Esaurito il credito, ricarico, da un PC collegato alla rete fissa, 20 euro per continuare a navigare e il sito web della 3 mi avvisa che è stato inviato un SMS alla SIM della chiavetta che contiene un link per confermare la ricarica.

L'SMS arriva ma il link non può essere attivato perchè la SIM non ha credito.

Chiamo il call center della 3 (che è a pagamento) che però non ha una procedura per risolvere la situazione e sono costretto ad andare al negozio 3 di piazza Cordusio a Milano, sono il numero 24 e stanno al 4.

Anche loro non hanno una procedura e l'unica consigliata è di caricare altri 5 euro da loro e con il credito a bordo si potrà attivare il link per i 20 euro; però loro non lo possono fare perchè è fine mese e i sistemi 3 sono in tutt'altre faccende affancendate.

Devo ritornare domani e intanto la chiavetta con i 20 euro miei è inutilizzabile.

Come si vede in Italia non occorre essere in guerra per trovarsi nel paradosso: basta voler fare cose comunissime come ricaricare una SIM.

domenica 23 agosto 2009

Crisi? Quale crisi?

IBM nel primo semestre del 2009 ha generato profitti per 6 miliardi di dollari, un sacco di soldi in un periodo di aziende che piangono miseria, ma anche la riprova che chi ha buoni prodotti e servizi non teme la crisi economica globale, che non è generata dalle banche ma dalle aziende produttive incapaci di adeguare prodotti e servizi alle vere necessità dei consumatori, e perciò più che meritevoli di fallire.

martedì 18 agosto 2009

Atavici estivi desideri italici

Dalle lente conversazione estive si evince che molti italici vogliono un posto pubblico (per se e per i suoi), altri una commessa pubblica, poi ci sono quelli che vogliono una pensione (anzianità, invalidità o scivolo fa lo stesso), ancora tante un marito e tutti quanti insieme sperano che Giorgio Armani e Mariuccia Prada continuino a vendere vestiti in giro per il mondo, che ci sia ancora un po' di stranieri colti che vengano ad ammirari Uffizi e Colosseo e, sopratutto, che il Papa resti ancora a Roma ad attrarre affollati torpedoni di suore e pellegrini.
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lunedì 17 agosto 2009

Bossi, un angelo a Mezzogiorno

Ogni volta che il povero Bossi parla, alti si levano i lai degli intellettuali italici che, dai masi alpini ai dammusi di Pantelleria, sono uniti da una stessa incompetenza e ciucciagine, sopratutto in geografia economica, per non parlare della loro totale mancanza di basi di economia politica.
L'ultima proposta, quella delle gabbie salariali, è indicativa di questa crassa ignoranza dei commentatori.
Cosa accadrebbe se effettivamente, ope legis, si stabilisse che i salari debbano essere legati al costo della vita e alle sue variazioni?
Semplicemente, i datori di lavoro delle zone più costose dovrebbero aumentare i salari, per esempio del 16%, e, siccome gli imprenditori non sono tipicamente gente disposta a ridurre il proprio guadagno - anche perchè spesso non si può - dovrebbero aumentare i prezzi dei prodotti e/o spostare la produzione in zone con il costo della manodopera più basso.
Ci sarebbe anche una terza strada: automatizzare in modo da eliminare la manodopera sterilizzando l'aumento forzoso dei salari.
In ogni caso, l'adeguamento dei salari sarebbe un palliativo di qualche settimana perchè i prezzi seguirebbero in automatico.
Da questa politica ne potrebbe trovare vantaggio il Mezzogiorno, non tanto cercando di attrarre il Brambilla o il Colombo al sud - dove non verranno mai, nemmeno in vacanza -, ma entrando negli stessi settori produttivi delle zone con salari più alti potendo produrre le stesse cose a prezzi più bassi.
Come in altre occasioni, Bossi si dimostra un sincero amico del Mezzogiorno - forse perchè ha sposato una sicula - ed è veramente sbagliato e penoso vedere tanti intellettuali meridionali partire lancia in resta senza aver valutato, sopratutto i vantaggi (per il sud), delle idee di Bossi.

domenica 16 agosto 2009

Asociali naturali

Sfilo davanti a un posto di blocco dei Carabinieri, messo opportunamente dopo una serie di curve, e dopo un po' vedo nel retrovisore la macchina che mi segue lampeggiare con insistenza.
Per un istante penso che voglia segnalarmi qualcosa, poi capisco: sta avvisando diligentemente le macchine che vengono in senso contrario che, dopo la curva, ci sono i Carabinieri.
Preclaro esempio che gli italici sono anti-Stato e culturalmente predisposti a violare la legge, anche aiutando altri potenziali trasgressori, e senza ricavarci null'altro che il breve. orgasmo di uno sberleffo alle istituzioni.

venerdì 14 agosto 2009

Evasori e chiavette

Considerando che, in questo agosto 2009 di grave crisi economica, si vendono tante di quelle chiavette internet che i negozi hanno esaurito le scorte - nonostante un costo di 79 euro più 30 al mese per navigare - e' abbastanza limitativo pensare che gli evasori con conti all'estero siano solo 170.000.
Devono essere sicuramente molti, ma veramente molti di più, il che giustifica l'ottimismo del buon Trichet sulla ripresa a breve e il sano scetticismo sull'affidabilità dei dati ufficiali.

venerdì 7 agosto 2009

Curiosi, imprudenti e

Sdraiato nell'aia, l'occhio cade sul traffico all'incrocio prospiciente, un trivio in salita, e in parte cieco, ottimo punto per considerare come questo piccolo angolo di mondo mostri per bene i vizi, forse congeniti forse acquisiti, degli italici.
Siccome siamo in campagna, molti non allacciano le cinture, non portano il casco e tengono i bambini in braccio, e questo perchè la strada di paese è sentita come un'estensione della propria casa, per cui, come si esce di casa, non agghindate, per andare dalla comare a spettegolare, così si guida senza cintura per andare all'emporio per due panini e un presa Schuco.
Poi ci sono i curiosi, quelli che, pur di guardare nell' aia per capire chi è questo parziale estraneo, si girano di tre quarti, ignorando, tranquillamente, che dal punto cieco può arrivare un altro ficcanaso che guarda all'aia e non alla sua destra per dare precedenza.
Ma quelli più strani sono gli automobilisti che s'inerpicano per una salita scoscesa, si inoltrano per una stradina stretta e buia, con uno strapiombo da un lato, al solo scopo di poter uscire sulla strada statale in un punto in cui non c'è uno stop come c'è, opportunamente, all'uscita a raso appositamente progettata per immettersi sulla statale senza rischi. Perchè? Perchè è tale l'idea di risparmiare tempo che si ignorano diversi rischi pur di sentirsi intelligenti.
Ed è questo il punto di forza dei caporioni della politica o di chi promette mirabolanti guadagni finanziari: un popolaccio di ficcanaso, sciattoni e anti-sistema che si credono furbi come Bertoldo e fessi invece come Pinocchio.

Crisi? Be prepared!

Una delle cose che deve fare chi si occupa dell'immagine aziendale, cioè la gente delle PR, è di preparare un piano di comunicazione per le possibili emergenze, e prima, molto prima che queste possano accadere.
Una cosa che le PMI fanno di rado, e male, ma che nelle multinazionali è una prassi molto ben strutturata ed anche ben supportata da un opportuno budget, che non riguarda solo le specifiche attività di PR, ma anche le politiche per il personale.
E, fra queste, anche tutte quelle misure da prendere quando si deve ridurre la forza lavoro, un evento che, se troppo strillato, può mettere ancora più a rischio i conti dell'azienda. Nessuno vuole comprare da un'azienda che domani potrebbe sparire visto che sta licenziando.
I licenziamenti sono trasformati in dimissioni incentivate, sia con denari (12-18 mesi di stipendio) e/o con ricollocamento concordato in altri posti di lavoro.
Ovviamente, ed è qui la capacità di previdenza, l'azienda ha costituito nel tempo e per tempo un fondo per gestire queste uscite, che possono essere così gestite senza drammi, senza tribunali e, sopratutto, senza rovinare l'immagine aziendale.
Ed è quello che sta accadendo dall'inizio della crisi quando numerose multinazionali, anche famose, stanno chiudendo i loro uffici italiani, mandando a casa buona parte della forza lavoro, trasferendo all'estero chi è ritenuto indispensabile al business, il tutto in silenzio e senza che nè i media nè i sindacati, e men che mai la politica, ne sappiano nulla, con il deleterio e terribile effetto che città di uffici, come Roma e Milano, perdono pezzi notevoli di redditi e di attività senza che se ne accorga nessuno.
Perchè, se non è sui media, non è accaduto.
Be prepared....al peggio.

giovedì 6 agosto 2009

Perversioni salariali

Un famoso libro di fantascienza parlava dell'uomo del Non A, dove A sta per pensiero Aristotelico, cioe' il sillogismo, che e' anche alla base di certi ragionamenti economici da bar che, purtroppo, sono fatti propri anche dal nostro politicume.
Uno ricorrente è quello delle gabbie salariali, basato sul fatto che la vita a Milano costa più che a Ragusa non fosse altro perchè nel nord freddo e nebbioso si deve tenere il riscaldamento acceso per 8 mesi e per 14 ore al giorno.
Quindi sembrerebbe giusto che , in qualche modo, il datore di lavoro i possa pagare di più colui che percepisce un salario.
La prima osservazione è quella di carattere economico-politico: in un sistema liberale-capitalistico queste faccende sono risolte con la libera contrattazione fra le parti, che é un sistema che funziona bene e la riprova sono i salari del nord che sono più alti di quelli del sud, ad esclusione di quelli erogati dallo stato centrale.
E questo é un altro punto: se si stabilisse che in una certa zona si debbano avere salari più alti non si vede perchè i dipendenti pubblici della zona non debbano anche loro essere pagati di più essendo la misura non legata alla produttività ma al potere d'acquisto. E, ovviamente, anche le pensioni dovrebbero essere aumentate in alcune zone più costose.
Anche perché, applicare questa regola al settore privato comporta che, ad esempio, un supermercato dovrebbe aumentare i prezzi per poter pagare di più i propri dipendenti con la conseguenza che nella zona i salariati pubblici e i pensionati avrebbero ancora minore potere d'acquisto.
Una soluzione, almeno per i dipendenti pubblici, sarebbe di passarli in massa alle regioni, ma a questo punto l'aumento degli stipendi pubblici comporterebbe un aumento di tasse con l'effetto che l'intera economia di quella regione più costosa diventerebbe più cara e quindi meno competitiva.
Resterebbe il problema delle pensioni, non ignorabile perché sono una parte consistente dell'elettorato.
Insomma, un classico caso di effetti collaterali, non voluti, che invece di risolvere il problema salari non adeguati, lo peggiorerebbero e di molto mentre chi ne avrebbe vantaggi sarebbero le zone meno care che, avendo salari e tasse più bassi, diventerebbero più competitivi.

giovedì 30 luglio 2009

La banca perfetta

Quali qualità deve avere la banca cui affidiamo i nostri soldi e i nostri investimenti?

Visto che è difficile capire - anche per i tecnici - i dati contabili su carta patinata, non resta che affidarsi ad una lista di qualità che deve avere un qualsiasi partner commerciale e forse anche la persona con cui si divide il letto e il desco:

- onestà
- integrità
- affidabilità
- credibilità
- visione strategica
- attenzione ai dettagli
- comprensione
- flessibiltà
- tatto
- pazienza
- sensibilità
- continuità
- tolleranza
- e .. un po' di buon umore.

martedì 28 luglio 2009

Mezzogiorno di fuoco

Ogni governo, liberale o assolutistia che sia, è ostaggio della tecnostruttura e la storia ha dimostrato che un sistema decade quando le strutture di supporto, cioè coloro che agiscono per conto del governo, decidono di non avere più convenienza a collaborare.
La disfida fra la gente di SB sui fondi per il Mezzogiorno è in verità uno scontro fra due tecnostrutture che si contendono rabbiosamente lo stesso osso: i fondi europei, oggi l'unico capitale disponibile - vista la gravissima crisi bancaria - sia per gli imprenditori del sud ma anche per quelli del centro e del nord i cui superdebiti ostacolano ogni nuova immissione di capitale di rischio, anche se ci fosse, cosa che non è.
La tecnostruttura meridionale non ha più denari per creare occupazione, cosa che mette in pericolo la sua stessa esistenza, e perciò preme sulla politica per riavere i fondi scippati. Quella del centro-nord non ha altre opzioni per sopravvivere e la prova è l'agevolazione per il rientro di capitali, per chi li ha, condizione che non riguarda tutte le imprese per cui per la tecnostruttura del centro-nord è vitale impadronirsi dei fondi europei.
Siccome la coperta è piccola, qualcuno rimarrà al freddo e al gelo, condizione necessaria e sufficiente per la rivolta della tecnostruttura perdente.

mercoledì 8 luglio 2009

Gli orbi del G8

Quando la BCE faceva andare alle stelle i tassi scrissi che sembrava che l'economia fosse guidata da cecati che si tiravano dietro altri cecati, con tutte le conseguenze immaginabili: un bel tonfo, a faccia in giù nella merda, dove siamo adesso.

Oggi, con il G8 alla porte, mi sembra che lo scenario sia lo stesso, a livello planetario, e anche Biden, vice di Obama, lo va dicendo in giro che nessuno sa che pesci prendere e cosa fare.

Il sistema economico, semplicemente, se ne va per fatti suoi e, prima che i caporioni del G8 e quelli delle autorità sovranazionali (BCE, FMI, UE, ONU etc.) possano metterci rimedi, l'economia avrà cambiato direzione tante di quelle volte da rendersi ancora più oscura a questi potentissimi capi di stato, assolutamente impotenti di fronte a qualcosa che non comprendono e che non possono perciò guidare.

Sono come degli australopitechi finiti nella cabina di un 737: non sanno dove sono, a che servono i pulsanti, non capiscono gli strumenti e non sanno che per volare bisogna capire di essere parti di un sistema complesso, delicato e interconnesso.

venerdì 3 luglio 2009

La macchina delle bolle

Questa di Matt Taibbi è la più bella, precisa e concisa descrizione di come funziona la macchina che produce le bolle finanziarie.

The basic scam in the Internet Age is pretty easy even for the financially illiterate to grasp.

Companies that weren't much more than pot-fueled ideas scrawled on napkins by up-too-late bong-smokers were taken public via IPOs, hyped in the media and sold to the public for megamillions.

It was as if banks were wrapping ribbons around watermelons, tossing them out 50-story windows and opening the phones for bids.

In this game you were a winner only if you took your money out before the melon hit the pavement.

domenica 14 giugno 2009

Chiacchiere e musi lunghi


Anche il G8 dei ministri finanziari, in quel di Lecce, è andato, con il suo mare di chiacchiere ufficiali consolotarie per il volgo dei giornalisti di bocca buona e quelle molto più seriose dei colloqui riservatatissimi e, da tutto questo è difficile, come il solito, farsi un'idea di dove va l'economia.

Ma bastava guardare la faccia del ministro del Tesoro americano per rendersi conto che mala tempora currunt e chissà per quanto tempo correranno ancora.

Perciò, dati i musi lunghi dei ministri del Tesoro, è d'uopo: tenersi liquidi, stare lontani da immobili, borse, bond e titoli di stato (anche AAA), ridurre i debiti, investire in comunicazione, PR, formazione e innovazione e, sopratutto, attendere pazientemente, e con i soldi in bocca, che i concorrenti spariscano dalla scena.

Non è momento per i troppo buoni!

venerdì 12 giugno 2009

Pubblicità e Internet: non funziona

Internet è sotto attacco!

Il politicume in giro per il mondo sta attaccando la libertà della Internet, (che io chiamerò I, e basta).
 
Fosse il Partito Comunista Cinese, molto attento a chiudere ogni bocca (anche con un colpo alla nuca) perché non è facile tenere a bada un miliardo e quattrocentomila persone, senza dargli molto, mentre i dirigenti vivono nello sfarzo e nella crapula della Città Proibita, circondati da lacchè e concubine.
 
Fosse la pruderie di Sarko, cui dispiace vedere le dolci tettine di Carlà pubblicamente esposte sulla piazza virtuale, invece che for his eyes only.
 
E fossero i nostri politicastri, sia a sx che dx, che non vedono l'ora di spegnere anche l'unico mezzo di comunicazione che non controllano attraverso amichetti/e con tessera di giornalisti.
 
Fatica abbastanza inutile perché, almeno come la conosciamo, I sta per spegnersi per anoressia, e a soli 15 anni di età.
 
Infatti, il modello di business di tanti siti web - contenuti gratis pagati direttamente o indirettamente dalla pubblicità - non funziona più, tant'è vero che c'è un declino nei budget pubblicitari, che negli USA è già molto evidente, che si manifesterà anche in Europa e che non dipende dalla crisi, ma dal fatto che la pubblicità su I non funziona! Punto!.
 
Veramente la pubblicità non funziona più da nessuna parte! Punto!  
 
Non funziona sui giornali  e non funziona in TV, e per tre motivi.
 
1)       la gente non crede più alla pubblicità (perché sono consigli per gli acquisti prezzolati)
2)       la gente non vuole vedere la pubblicità  (infatti fa zapping, e i pubblicitari sincronizzano le trasmissioni per costringerci a vederle, ma noi ne approfittiamo per andare a bere o fare il contrario.)
3)       la gente non ha bisogno della pubblicità (perché ha altre fonti di informazioni più credibili, fra cui anche I )
 
I pubblicitari però accusano gli altri mezzi (I, iPhone, iPod, PS2, WII) come colpevoli di distrarre il pubblico, e allora cercano di mettere la pubblicità in questi nuovi mezzi….,ma nemmeno funziona!
 
Perché? Perché il problema non è il mezzo, il problema è il messaggio, che non è credibile, non è voluto, non è necessario.
 
E, siccome buona parte del web allatta dalla pubblicità, molti siti chiuderanno perché non esiste un altro modello per far pagare i contenuti, a meno che non si tratti di contenuti ad alto valore aggiunto (ma quali? E come si gestiscono i micropagamenti?)
 
Sarà perciò molto interessante vedere come andrà a finire, perchè, come si dice in America, non esistono pasti gratis, e qualcuno i conti di I dovrà pure pagarli!

lunedì 1 giugno 2009

Microbi arroganti

La massa della Terra è di kg 5,977 x 10^27 mentre quella complessiva degli umani viventi è di 40 miliardi di kg e basterebbe questo per capire quanto insignificante sia l'umanità di fronte al pianeta di cui è ospite, forse solo per caso, ma sicuramente solo per poco visto che, sia come singoli individi sia come specie, comunqe si è destinati a sparire e non sarà certo il migliore ecologismo applicato a procurare aria, acqua, cibo e materie prime a una massa di umani (e ai loro animali) pletorica e crescente, così come non sarà la manipolazione genetica che ci farà vivere in eterno.

Prima o poi la Terra si scrollerà di dosso noi insignificanti microbi arroganti incapaci di costruire case che un terremoto non possa abbattere come castelli di carte o come quelli di sabbia che un'onda di piena di un fiume incazzato non possa spazzare dalla riva stuprata da argini inermi.

Su quelle sponde vedremo frignare stupiti adulti bambini cui è stato distrutto il sogno di aver costruito qualcosa di eterno da lasiare in eredità ad altri poveri illusi come l'Inca arrogante, con le sue pretenziose piramidi, o l'Atene orgogliosa con i suoi templi svettanti oggi macerie, belle ma pur sempre macerie.



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domenica 17 maggio 2009

Crepuscolo

La nave affonda e le menti raffinatissime, quelle che non si ritengono buone per tutte le stagioni, abbandonano la maestosa nave mentre mogli sensibili come mimose appassite e figli devoti al conquibus cercano di arraffare il salvabile.

Echi dalla crisi

Nel mio condominio ci sono 48 appartamenti e oggi, sabato di metà maggio, saremo in tre coinquilini in tutto il palazzo. Forse saranno tutti alla mensa dei buoni frati francescani!

E chi saranno tutti quei giovani davanti a bar, ristoranti e pizzerie? Certamente non avventori! Forse sono lì a mendicare un posto di lavapiatti per sbarcare il lunario.

E tutte quelle ragazze in miniabiti e lucidissimi tacchi a spillo? Sicuramente poverine costrette dalla necessità ad offrire il loro corpo per sfamare padri disoccupati e germani affamati!

Povera Italia che da un recente benessere vede oggi i suoi figli sprofondare nella miseria economica e nelle miserie dell'animo corrotto dal bisogno.

E pensare che migliaia di africani si affollano in fragili navicelle pur di arrivarein Italia senza rendersi conto che stanno per finire in un paese ormai desolato, dove si piange tantissimo e si fotte alla grande!

domenica 10 maggio 2009

Perversioni digitali

Per permettere ai lavoratori dipendenti dell'industria di svolgere alcune personali incombenze burocratiche, direttamente dalla fabbrica invece di doversi recare in un pubblico ufficio, e chiedere perciò ore di permesso ai datori di lavoro, il governo e gl'imprenditori hanno sottoscritto un apposito accordo che dovrebbe impedire la perdita di produttività conseguente a tutte queste assenze.

A parte il fatto che ci sarebbe la legge suul'autocertificazione, che di per se è anch'essa una mezza idiozia per le cose che spiegherò dopo, non si capisce quali siano questi adempimenti facilitati da quest'accordo che fa credere agli imbecilli che siamo finalmente diventati un paese moderno.

Alcuni sono atti personalissimi, come farsi rilasciare la carta d'identità, e quindi non c'è telematica che tenga, ma molti altri sono del tutto inutili, visto che lo Stato e i suoi tentacoli sanno già tutto della popolazione e, con pochissima spesa, possono già da domani mattina scambiarsi le informazioni necessarie, senza far perdere tempo e denaro ai poveri italici, ormai a bordo di una nave senza nocchiero, in gran tempesta e con un uragano economico alle porte.

Certo ci sono quegli arroganti, ma in gran parte falliti, dei banchieri, che non accettano l'autocertificazione, ma un governo che li sta salvando da un immane disastro può certamente convincerli a collaborare agitando un nodoso bastone insieme alla deliziosa carota dei soldi pubblici.

Per il resto la rete digitale ha permesso a tutte le organizzazioni di essere sempre connesse e questo consente da subito (basta una leggina di un solo articolo) di connettere macchina a macchina, eliminando l'intervento umano che, a questo punto, sarebbe solo un'inutile perversione, come quella di chi preferisce la pornografia al sano esercizio sensuale.

mercoledì 6 maggio 2009

Avanti e indre'

Negli anni 90 gli esperti ci avevano detto di quale radioso avvenire c'era per la Banca Universale, la banca supermercato dove si trovava di tutto e di più.
Poi abbiamo scoperto che molte banche, come il rospo della favola, a forza di gonfiarsi (di aria e basta) sono scoppiate...e non di salute!
Ora Joseph Stiglitz, premio Nobel per l'economia, dice che le banche non devono essere troppo grosse, tanto da mettere in crisi il sistema, che devono tornare alla specializzazione e che i finanziamenti a rischio devono farli i Venture Capitalist!
Fra qualche anno un altro esperto ci dirà il gigantismo bancario é cosa buona e giusta sopratutto perchè se la banca è bella grossa i suoi caporioni ne hanno dei bei vantaggi:
- stipendi proporzionali alle dimensioni
- possibilità di nascondere più facilmente l'immondizia finanziaria
- i soldi pubblici per salvarsi in caso di fallimento.
Insomma, tutto questo avanti e indre' serve solo a ingrassare i banchieri e chi fra politici, economisti e commentatori gli regge il gioco.

sabato 25 aprile 2009

La penisola del tesoro

Avrebbero dovuto essere il carburante per l'innovazione, come capitale da investire sulle nuove idee, e invece i Fondi Pensione (FP) sono solo un clamoroso fallimento, con rendimenti molto inferiori a quanto ha reso il TFR lasciato in azienda.
Per fortuna moltissimi lavoratori sono stati più furbi di Pinocchio e non hanno ascoltato i volponi di banche e assicurazioni che, ovviamente, pensavano al loro esclusivo tornaconto, sopratutto se si tiene conto che metà dei soldi li hanno investiti in obbligazione bancarie che è come dire che le banche finanziano se stesse con il TFR dei lavoratori.
Tenuto conto di cosa c'era (o meglio, che non c'era!) nei conti delle banche, è abbastanza evidente che tutta la manovra per istituire i FP è stata fatta per riempire le casse vuote delle banche americane e inglesi che avevano trovato la penisola del tesoro in questa nostra Italia piena di formichine giudiziose e risparmiose, che mettono tantissimo da parte, grazie anche a un'evasione fiscale endemica, diffusa e gigantesca.

Carta spuntata

La caduta continua della pubblicità sulla carta stampata, causata in parte dalla crisi economica, ma sopratutto dal dirottamento degli investimenti verso internet, sta facendo andare in fibrillazione i padroni dei giornali, non tanto perchè temono i bilanci in rosso, quello non è un problema, alla fine sistemano tutto con i finanziamenti pubblici e con i soldi delle banche, che ai giornali non li fanno mai mancare, perchè è buona regola tenersi la stampa amica, come se si fa con un cane rabbioso cui si da un osso per tenerlo a cuccia.

Ed è proprio questa la paura degli editori e di quei loro maggiordomi che sono i direttori dei giornali: se la pubblicità lascia la stampa vuol dire che anche il pubblico la sta abbandonando e quindi il potere di ricatto della "libera" informazione non funziona più, non è più possibile aprire e chiudere il rubinetto delle notizie, non è si è più in grado di fare telefonate all'orecchio giusto per informare che la foto compromettente non sarà pubblicata.....a buon rendere.

Internet cambia il gioco, il pallino è in mano al pubblico e i giornali non saranno nemmeno utilizzabili nè come carta da cesso, nè come sottoparato e neppure per incartare il pesce.

venerdì 24 aprile 2009

Governo della crisi

Anche i governi potrebbero fare molto per risolvere la crisi, ovviamente, se la piantassero di fare finta che non ci sia o che sta per risolversi, cosa che è quasi un anno che vanno ripetendo mentre intorno si accumulano le macerie.

Che dovrebbe fare il nostro governo?

1) Eliminare per 3/4 anni (ma sarebbe meglio per sempre) l'obbligo degli ammortamenti, così le imprese potranno innovare gli impianti e scaricare l'intero investimento nell'esercizio.
2) Ridurre (al 12%) e livellare i contributi previdenziali per tutte le categorie, sia per i dipendenti che per gli autonomi, facendo confluire le casse autonome in una sola pubblica
3) Riunire gli enti previdenziali in uno solo
4) Mettere un tetto alle pensioni e al prelievo per i contributi previdenziali
5) Estendere la Cassa Integrazione a tutti i settori
6) Eliminare il TFR, che non serve più se c'è la CIG per tutti
7) Contratto di base unico di lavoro per tutti i settori con solo due livelli: impiegati e dirigenti
8) Nazionalizzare, confiscandole, tutte le banche
9) Eliminare l'imposta sui redditi delle persone giuridiche
10) Eliminare l'IVA dagli alimentari e dai medicinali
11) Eliminare il bollo auto
12) Eliminare il canone TV
13) Consentire agli studenti il libero percorso sui mezzi pubblici
14) Vendere Enel, ENI, RAI e tutte le altre aziende pubbliche che non siano monopolio naturale
15) Ritirare le truppe da qualsiasi scenario di guerra
16) Ripristinare l'ICI a favore di Comuni e Regioni come loro unica fonte di tassazione
17) Passare pompieri, scuole e polizia alle regioni
18) Eliminare tutte le forme di finanziamento all'industria e all'agricoltura
19) Tassare tutte le forme di consumo puramente voluttuario (fumo, alcool, giochi, sesso)
20) Ridurre l'Irpef all'liquota massima del 30%

giovedì 23 aprile 2009

Dieci pezzi facili

Di fronte alle crisi ci sono tre modi di agire:
- andare nel panico, e fare perciò stupidaggini su stupidaggini che aggravano la situazione
- far finta di niente e continuare a fare le stesse cose, anche se non rendono
- reagire, non sono con la conquista di nuovi mercati o acquisire concorrenti, ma anche sfruttare una cosa che di solito, nei momenti buoni, non si riesce mai ad avere: il tempo.

C'è più tempo, perchè si va a regimi più bassi, e questo tempo può essere utilizzato per rigenerarsi, in dieci semplici passi, che non sono nemmeno costosi.

1) Eliminare i clienti problematici e non profittevoli
2) Eliminare i prodotti e i servizi problematici, non profittevoli e che non possono essere rivisti.
3) Istruire il personale utilizzando tutte le occasioni (anche gratuite) che ci sono.
4) Rivedere i prodotti, i servizi e la loro qualità.
5) Rivedere e semplificare l'organizzazione (anche ricorrendo all'outsourcing)
6) Automatizzare i processi, non solo quelli produttivi, ma anche quelli di supporto
7) Cercare nuovi mercati, uscendo dal solito giro, dalle solite fiere, dalle solite manifestazioni
8) Imbarcare un po' di creativi
9) Rifare il sito web, rivedere il posizionamento sui motori di ricerca e la web reputation
10) Comunicare, comunicare, comunicare, comunicare........

La caduta degli Dei

La stampa italica, in grossi guai perché la pubblicità scarseggia, oltre a dire sempre quello che fa piacere all'inserzionista che compra una pagina a 50.000 euro a botta, pecca sovente anche di omissione non riportando notizie sgradevoli che potrebbero colpire i loro inserzionisti e padroni, e certe volte, obtorto collo, cioè quando la notizia non può essere ignorata, allora mettono una bella sordina, così non si genera quel clamore che allarma i buoi borghesi che devono continuare a pompare i loro risparmi in strumenti finanziari pericolosissimi.

Uno di questi fatti è la lunga serie di suicidi collegati alla crisi delle banche, vuoi perché rovinati dai crack bancari oppure perché coinvolti in azioni truffaldine e omissione di controlli.

Siamo al Crepuscolo degli Dei: uno dietro l'altro i protagonisti e simboli dell'antico splendore si auto-distruggono per aver cercato di dominare il mondo attraverso l'oro e la magia, un desiderio di potere deve essere barattato con l'amore.

Ed è proprio la mancanza di amore che fa scaturire la follia dell'arricchimento senza limiti e a qualsiasi costo.
Ma può un umano vivere senza amore? No, e da questo la decisione di tanti di sparire dal mondo.

martedì 21 aprile 2009

Eutanasia Finanziaria

Con un tempismo sospetto, cioè non appena si è diffusa la notizia che le analisi sulle più grandi banche americane (i cosidetti stress test) pare non diano dati positivi, è uscita una dichiarazione di Thomas Hoenig, membro della FED, che, davanti al Congresso, ha detto che è meglio che le banche insolventi siano lasciate fallire, senza riguardo alla loro dimensione.

Inoltre, Hoenig, supportato dal Nobel Stigliz, dice che la ciambella di salvataggio statale distorce il mercato e prolunga la crisi perchè non aiuta a ripristinare la fiducia nel sistema.

La sua ricetta è che le banche con pochi problemi debbano darsi da fare per sistemare i conti, quelle con problemi un po' più grossi debbano semplicemente fare iniezioni di capitale per sopperire alle perdite, e quelle in guai enormi è meglio lasciarle fallire, anche se sono giganti del credito.

domenica 19 aprile 2009

Errare è umano, perseverare è proprio dei banchieri centrali

Jean Claude Trichet e Lorenzo Bini Smaghi, due della genìa dei doppio-nome o doppio-cognome, hanno detto , urbi et orbi, che loro i tassi a livello USA, UK o Giappone, non li porteranno mai, al limite scenderanno al'1%, fra poco, per farli risalire al primo miglioramento.

In fondo c'è da apprezzarli: in questo mondo di versipelle loro almeno sono coerenti, fino alla feccia; peccato che le conseguenze le sconteranno i milioni di lavoratori che perderanno il posto, quei poveretti con i mutui che vedranno schizzare in alto le rate e gli imprenditori che, con un euro di nuovo alle stelle, non potranno più esportare.

sabato 18 aprile 2009

Paccomanzia

Secondo Tremonti forse non ci sarà una devastante crisi finanziaria e questo lo deduce dal fatto che il numero di lettere e pacchi spediti, in discesa nei mesi scorsi, si è stabilizzato.

Una volta, ansiose bocche andavano da madama di Tebe per chiedere a cuori e picche qualcosa del proprio futuro, altri si rivolgevano ai fondi di caffè, piuttosto che alla mano, al volo degli uccelli, all'astrologia e anche alla classica palla di vetro.

Oggi, nell'era dei computer, di sofisticati modelli econometrici, di leggi della termodinamica applicate alla borsa, abbiamo una nuova forma di divinazione: la paccomanzia.

E adesso sì che ci dobbiamo preoccupare!

venerdì 17 aprile 2009

La sindrome di Tara

Un bel libro per capire la psicologia americana è Privacy di William Faulkner, un pamphlet che difende il diritto, altamente interiorizzato fra gli statunitensi, di poter vivere in uno splendido isolamento, fisicamente palpabile guardando alla tipologia delle loro abitazioni, in gran parte casette di legno unifamiliari, isolate, prive di qualsiasi sistema di difesa passiva contro gli intrusi.

Dormire in una casa nel New Jersey, con le finestre senza imposte e scuri, con la porta che dà sul backyard sempre aperta, è una situazione strana per un europeo, sopratutto se abita da sempre in città dove abbiamo, come minimo, porta blindata, spioncino e spesso anche un portiere cerbero. Misure di sicurezza che sono l'estensione del vivere in grandi agglomerati, che non sono altro che il borgo medievale protetto dalle mura e dalle armi di chi era deputato a portarle.

Diverso è in America dove la difesa della proprietà e della vita (anche con le armi) è un diritto assoluto del cittadino, incorporato nella Costituzione come principio fondamentale.
Quindi, da un punto di vista sistemico, negli USA la difesa contro la delinquenza è basata su milioni di soggetti attivi, perchè armati, e questo permette misure molto lasche o nulle in termini di difesa passiva.

Purtroppo noi europei guardiamo da 80 anni i film americani e pensiamo di imitarli nei comportamenti esteriori, senza però avere delle basi culturali uguali (come la propensione a sparare), per cui certi scimmiottamenti sono a volte idioti e anche pericolosi.

L'idea di tante signore arricchite, supportate da mariti al guinzaglio, di poter mostrare la propria ricchezza con la villa nelle campagne lussureggianti di prati smeraldini o su di un promontorio cullato dallo sciabordio delle onde, si rivela spesso un'idea malsana perchè è ben chiaro alla criminalità predatoria che è facilissimo approfittare della pecora isolata, quella che sta fuori dall'ovile, che sarà pure affollato e puzzolente come sono le nostre città, ma tiene lontani i lupi grazie alle mura e al cane che con un occhio dorme e con uno fa la guardia.

Così, per imitare quella sciagurata di Rossella O'Hara e la sua mania per Tara, il villone in con scalone elicoidale di prammatica, molte sciurette passano dalle mani gentili delle sciampiste a quelle feroci dei rapinatori che sconciano messe in piega e calotte craniche.

giovedì 16 aprile 2009

Fate i buoni

Blaise Pascal, filosofo e matematico (ha inventato la prima macchina calcolatrice a soli 19 anni), un giorno decise di unire le due disciplice creando un concetto, la scommessa su Dio in cui ci fa ragionare sulla convenienza del credere o nel non credere a un entità suprema.

Il ragionamento di Pascal, in qualche modo anticipatore delle teorie di John Nash ci dice che, in termini puramente logico-matematici, ci conviene credere perchè il vantaggio è infinito.

Di conseguenza, tenuto conto che un po' tutte le religioni strutturate si basano su precetti che impongono di non ledere il diritto degli altri alla ricerca della felicità, ne viene, come conseguenza, che è meglio fare i buoni, perchè in nessuna religione è previsto un premio per i cattivi, anzi, di solito, il castigo è qualcosa di terribile e sopratutto di eterno.

La mia personale considerazione sull'essere buoni o meno è più freudiana: ognuno sa nel suo profondo se quello che riuscito ad avere o ad essere è stato conquistato con onestamente o con la frode, la forza o la violenza e perciò è l'inconscio del reprobo che, prima o poi lo mette, in una condizione di auto-punizione, che non coinvolge solo la persona, ma anche i suoi figli.

Perciò, anche se non si vogliono seguire i ragionamenti di Pascal, teniamo conto che il censore interno alla fine ci punisce sempre, o con le malattie o facendoci commettere errori esiziali.

Meglio essere buoni perchè spesso la punizione arriva in questa vita.

lunedì 13 aprile 2009

Gatto di stato

Se qualcuno fosse curioso di sapere che fanno i deputati italici al parlamento UE (al modico stipendio di 130.000 € l'anno) sarà lieto di sapere che tre deputate hanno proposto una legge per concedere un animale agli anziani soli, prevedendo anche dei soldi pubblici per il mantenimento della bestiolina.

Potrebbe avere una sua logica, però ne vedo difficile l'applicazione.

Un paio di righi in più sul 730 per mettere il codice fiscale del cane o del gatto non sono un problema, ma come si fa per gli anziani che tengono un acquario pieno di pesci rossi? Mica possiamo discriminarli!

E le vecchine che buttano il mangime ai colombi, non le vogliamo aiutare?

E le gattare che accudiscono tribù di mici, micette e micioni fra i ruderi del Foro Romano non sono degne di un contributo statale, magari a valere sui fondi del MIUR?

E le necessarie perequazioni per taglia e numerosità? Non mi sembra equo che la sottile bionda che passa tutte le mattine, trascinata da due giganteschi pastori maremmani, abbia gli stessi contributi che prenderei per la mia gatta Pezza (codice fiscale MRS PZZ 04L71 F224R ?) che, fra sabbiolina, croccantini, carne e veterinario mi costa un 300 euro l'anno.....

Però! Forse non è male come legge!

domenica 12 aprile 2009

Priorità

Una ricerca dice che le cose cui i consumatori americani sono disposti a rinunciare sono in ordine di probabilità
(10 = probabilità massima, 0 = minima)

7,2 Mobili e attrezzature per la casa
7,2 Scommesse
6,8 Ristoranti, pub, club, discoteche
6,6 Elettronica di consumo
6,6 DVD, musica, video-giochi, libri
6,5 Lavori per la casa
6,4 Palestre, golf e altri sport
6,2 Vacanze, gite, weekend
5,9 Cibi costosi, sofisticati e/o biologici
5,6 Vestiti e scarpe
5,5 Cellulari
4,7 Cura della persona, cosmetici e toiletterie
3,9 Linea telefonica fissa
3,5 Banda larga

Da cui si vede che la massa è molto meno fessa della classe dirigente mondiale e sceglie quello che è veramente necessario: il comunicare, la cura di se, i contatti e Internet, sopratutto!

sabato 11 aprile 2009

Alta Velocità

Ieri mattina, verso le 10:00, ho spedito da Milano un libro per il tramite delle Poste Italiane, e, nonostante un venerdì e un sabato santo per lo mezzo, il libro è arrivato oggi a Sessa Aurunca, in provincia di Caserta, a 718 km di distanza.

Tenuto conto che mia figlia non riesce da tre giorni ad avere il servizio WAP da MTV, e non puo' ricevere le posta elettronica, forse è il caso che l'Italia si accontenti del buon funzionamento della posta normale e a ogni velleità di essere un paese moderno.

Accontentiamoci di quello che passa il convento.

giovedì 9 aprile 2009

Roba nostra

Ho visto abbastanza catastrofi italiche da averci fatto il callo sulle polemiche relative a quello che si poteva fare e non si è fatto per non trovarci tanti morti, che poi è l'unica cosa che conta. Le cose si ricostruiscono, le vite umane no!

Ed é ridicola pure la conta dei morti per cui sembra che si tiri un sospiro di sollievo se invece di 1.000 morti ce ne sono solo 274.

Ma la cosa più stupida è affermare che se si fosse intervenuto prima sulle strutture.....bla, bla, bla
Si dimentica che da noi la maggior parte di quello che viene distrutto era antico o vecchio, e quindi non pensato per la catastrofe, o è volutamente costruito dove non doveva stare.

Certo qualcuno poteva impedire di costruire su un terreno franoso o sotto a un vulcano, abitare una casa del 600 fatta di pietra e malta o costruire il centro elettronico di una banca vicino vicino a un fiume, ma ve l'immaginate un sindaco che nega la licenza al paesano che lo ricatta con l'arma del voto, (se va bene!), per non parlare delle faide (anche sanguinose) che scoppiano perchè far rispettare una legge viene visto come una prevaricazione dello Stato Caino sul diritto assoluto di disporre della propria robbba senza alcun vincolo?

Purtroppo la natura non guarda ai titoli di proprietà e ogni tanto ci ricorda con ferocia che è lei, Gea, la padrona di tutto, dal centro del pianeta fino alla troposfera, e che noi umani siamo per lei più insignificanti di un brulicante formicaio in un angolo del giardino.

martedì 7 aprile 2009

Paperfull

Tutti parlano oggi di smaterializzazione, cioé l'avverarsi di un mondo paper-less, senza carta, senza caterve di documenti che dobbiamo produrre sopratutto per avere qualcosa dalla P.A.
Una struttura che divora carta anche se conosce gia' tutto su di noi.

Qualche politico efficientista ci ha promesso che nel 2012 i medici di famiglia spediranni i certificati malattia in forma elettronica

Aspettiamo speranzosi ma senza alcuna fiducia perchè potrà accadere che le buone intenzioni finiranno contro il muro della burocrazia naif, quella che viene creata ad libitum dalle migliaia di strutture pubbliche, semi-pubbliche e para-pubbliche che infestano il paese

Un esempio di ieri:

ATM Point di Milano piazza Duomo

Devo chiedere una certificazione per l'abbonamento di mia figlia per metterlo in detrazione dal 730

Da vecchio informatico credevo che bastasse dare la tessera elettronica e una macchina mi sfornava la documentazione.

Troppo moderno!

Per avere il certificato, un pezzo di carta, devo compilare un modulo!

Immagino che ci sarà una ragione per lo spreco di un foglio di carta che, siccome penso verrà archiviato (altrimenti perché compilarlo?), richiederá anche scaffali, locali e archivisti... e per quanti anni?

E quanto costa tutto questo moltiplicato per i milioni di abbonati agli autobus?

Non sarebbe più economico non far pagare l'abbonamento, almeno agli studenti, visto che il 60% del costo del servizio lo paga lo stato?

Troppo semplice e sopratutto eliminerebbe un po' di burocrazia, che non è un'esigenza primaria della politica.

domenica 5 aprile 2009

Paradisi perduti

Molte persone di bocca buona saranno state abbastanza contente del fatto che i governi abbiano deciso una dura azione contro i paradisi fiscali; in fondo fa piacere che si vada a caccia di evasori e delinquenti che parcheggiano i loro capitali in certe amene isolette tropicali dove nessuno, ma proprio nessuno, chiede conto sulla natura di milioni di euro, sterline o dollari che vanno a prendere il sole dei Caraibi.

Le brava gente pensa che finalmente si fa un po' di giustizia e che anche il fetentone con i miliardoni occultati verrà cacciato dal paradiso finanziario e/o fiscale.

E bravi quei governanti duri.....ma non puri... perchè forse questa mossa nasconde, come al solito, trattandosi di politicume, un interesse personale.

Infatti nei paradisi fiscali ci sono certamente i soldi dei delinquenti, sicuramente anche quelli di imprenditori di successo ma con scarsa sensibilità etica e sociale, ma forse ci sono anche i soldi dei politici mariuoli, quelli che scalano il potere per migliorare di molto il loro tenore di vita.

Ma perchè i politici mariuoli dovrebbero andare a scoprire gli altarini rischiando di darsi una bella martellata sulle dita?

La ragione è nel fatto che i banchieri dei paradisi fiscali potrebbero essere stati tentati di scaricare le perdite, dovute alla crisi finanziaria, sui conti dei loro depositanti che, per una ragione o per l'altra non è che possono fare tante storie.

Se uno ha depositato, in segreto, parecchi milioni sottraendoli al fisco, non è che poi può chiedere a un magistrato di farsi ridare i suoi soldi: praticamente è prigioniero del silenzio che lui stesso ha comprato portando i soldi in quello che credeva un Eden dorato, redditizio e onesto.

Ovviamente i banchieri, che non sono fessi, non fanno questo giochino con tutti, certamente non si mettono a dire fesserie a un boss della droga abituato a saldare i conti con una 38 special, e nemmeno cercano di fottere altri banchieri o grandi milionari, che magari sono padroni di altre banche, semplicemente se la prendono con chi non si può difendere: il piccolo evasore e anche quei politici che avevano creduto di mettere al sicuro dai magistrati i soldi delle loro ruberie.

Il politico ladro praticamente non si può difendere e certamente non può, come la signora Tatcher, attaccare un'isoletta tropicale solo perchè gli hanno fottuto i soldi. E allora che t'inventa? Un bel accordo mondiale per mettere fine ai paradisi fiscali.

Così i banchieri capiscono che, mentre i boss sparano, i politici mariuoli, cioè un altro genere di delinquenti, possono usare la forza delle leggi per riprendersi la loro parte del bottino.

O forse qualcuno credeva che il politicume bianco, giallo o nero che sia, fosse tutto preso a salvare la ricchezza di noi tutti?

Prima viene la loro, poi, se rimane qualcosa...

Manager a stampo

Negli USA ci si chiede quello che da tempo avevo scoperto:

che la crisi è figlia legittima di cosa è stato insegnato ai futuri manager nelle scuole di Business Administration, quelle costosissime scuole dove si prende quel benedetto MBA che apre le porte per prestigiose carriere nelle multinazionali.

Per me è la scoperta dell'acqua calda quando si considera che i manuali per gli MBA sono avulsi dalla realtà, sopratutto se l'obiettivo non è insegnare a gestire la crescita ma quello di massimizzare il profitto per gli azionisti (e basta), anche a costo di ignorare l'etica e di distruggere la vita di tanti lavoratori trattati come vecchie ciabatte buone solo per il cassonetto.

Insomma, stiamo assistendo a una distruzione da manuale.

domenica 22 marzo 2009

E se prima eravamo in quattro...

Quando scoppiò la mania delle liberalizzazioni furono chieste ben 120 licenze di operatore telefonico; dopo una manciata d'anni i carrier sono sempre di meno e quelli ancora operativi versano in condizioni di mera sopravvivenza.

Perchè? Perchè i modelli di business sono tutti falliti di fronte alla testardaggine di utenti che si ostinano a usare il telefono solo per parlare e mandare SMS, oltre a una sparuta minoranza che oggi comincia a usarlo anche per ricevere e-mail.

Una delle innovazioni più pretenziose è stata quella di H3G, in Italia conosciuta come la 3, che ha cercato invano di vendere la video-fonia e poi la TV sul telefono, dimenticando che tutti i precedenti tentativi non avevano funzionato perchè la gente non ha interesse a farsi vedere in mutande, senza trucco, con la barba non fatta o magari in un posto dove non dovrebbe stare.

Una volta, si chiamava e si diceva come stai?, con il cellulare si è passati al dove stai? , perchè la mobilità implica anche che finalmente si può mentire sulla propria posizione geografica, cosa che non era possibile con il telefono fisso.

Sulla TV mobile si era espresso SB che, potrà non essere un grande politico, ma sicuramente è un appassionato e, quando gli fecero vedere il calcio sullo schermino del video-fonino disse lapidariamente non si vede la palla , (ergo, è una cavolata).

Oggi i cinesi di H3G pare vogliano vendere la baracca italica, forse a Telecom o a WIND, un passo che è solo uno dei tanti verso macro aggregazioni di società telefoniche che, secondo l'AD di una di queste, porterà a pochissimi carrier e nel mondo.

Ma gli stati europei, proprietari un tempo delle società telefoniche, non potevano farlo prima questo accorpamento, senza creare false illusioni nel pubblico e negli azionisti?

venerdì 20 marzo 2009

Soldi in saldo

Jatevenne in napoletano è l’imperativo per l’italiano andatevene, ma non ha la stessa forza semantica dell’urgenza di togliersi qualcuno dai piedi ambressa…ambressa

Anche American Express sta dicendo ai suoi clienti americani di andarsene ASAP,

Infatti ha proposto ai suoi clienti in rosso di saldare il debito e chiudere il conto, offrendo, come incentivo, una carta prepagata con 300$ a chi si toglie dalle scatole entro il 30 aprile.

Della serie: al nemico che fugge ponti d’oro.

Insomma siamo ai saldi sui soldi.

Sarebbe carino che anche le banche facessero lo sconto a chi ha un mutuo e volesse rimborsarlo prima. Invece, di solito, le banche applicano una penale a chi paga prima.

Vediamo quanto resistono pure loro alla necessità di fare i saldi.

sabato 7 marzo 2009

Magia e Ingegneria

Nel giorno VI del mese III dell’anno di grazia 2009 D.C. accadde che una grande banca non fosse accessibile via web, cellulare o telefono dalle 22:00 di venerdì fino alla domenica successiva! Ovviamente, per motivi tecnici.


Chissà come fanno le centrali telefoniche a funzionare sempre.

Magia...... o Ingegneria?

Come direbbe Totò, da scompisciarsi dalle risate !

venerdì 6 marzo 2009

La fine del copia e incolla

La crisi ha messo in evidenza una cosa: dopo un anno la maggior parte dei manager, sopratutto quelli che spavaldi andavano per il mondo con un MBA, non sanno più che fare. Quello che hanno studiato nelle prestigiose Business School, e applicato poi nelle multinazionali della consulenza, non serve. Nei manuali, tutti uguali, e uguali per tutti, non c'è la pagina "che fare in caso di crisi", perchè è una situazione nuova, mai vissuta, globale, intersettoriale e riguarda quasi tutti.
E, se si va a guardare ai curricula dei manager, questa standardizzazione delle teste è evidentissima: vengono tutti dalle stesse società di consulenza, bravissime ad applicare le stesse ricette che sono, o meglio, erano ottime, quando le cose andavano bene, ma oggi? A che servono?

Quali effetti può avere il fare più pubblicità se la gente semplicemente non compra più niente perchè ha paura di perdere il lavoro, anche quello pubblico, e forse anche la pensione? A che serve fare budget se i parametri di ieri non sono applicabili oggi? Perchè assumere altri venditori che non possono certo costringere la gente a comprare? E certi moloch del passato come la gestione per obiettivi (MBO) a che servono visto che non c'è che un solo obiettivo: sopravvivere per i prossimi tre anni, se va bene?

Ecco, siamo al punto, non ci sono più regole sperimentate, bisogna navigare a vista e questo non è nel DNA dei superspecialisti che vengono dalle società di consulenza. Servono innovatori, leader capaci di mandare la gente all'assalto del mercato, capi flessibili, che si facciano amare dai loro dipendenti e che siano capaci di adattare l'azienda al mercato giorno per giorno, ora per ora, minuto per minuto.

Il copia è incolla, fatto scopiazzando i sacri testi delle scuole di management, non serve più, questo non è più il momento dei fighetti in gessato e delle stronzette in tailleur, questo è un mondo per gente come Patton che diceva ai suoi uomini: combattere non significa morire per la propria patria (azienda), ma fare in modo che qualche figlio di puttana muoia per la sua.

Questa è una guerra di tutti contro tutti e, come in tutte le guerre volte a occupare un territorio (mercato), vince chi non farà prigionieri, e ci vuole un coraggio che alle scuole di management non è stato mai insegnato.

Come finirà? Quelli che perdono il lavoro di basso livello, si ricicleranno come portieri, camerieri, mungitori, insomma, andranno a fare quello che fanno gli extracom; ma per i manager inadatti alla crisi vedo solo un futuro di emarginazione.

martedì 3 marzo 2009

I rischi della Quaresima

Il Carnevale, tempo di bagordi, di eccessi e di mascherate, finisce sempre con il Mercoledì delle Ceneri, inizio della Quaresima, tempo di pentimento per riconciliarsi con Cristo, passando, ovviamente, con la riconcialiazione con gli altri esseri umani, i nostri simili, e sopratutto con coloro ai quali si è fatto del male con pensieri, parole, opere ed omissioni.

In un certo senso la crisi economica attuale sarà una lunga Quaresima che mette fine a un periodo carnevalesco di eccessi e bagordi che, oltre a lasciare sul selciato il vomito di chi ha troppo mangiato e bevuto, lascia anche tante ingiuste sofferenze inflitte a tanta gente.

Ora è il momento per molti di farsi un bel esame di coscienza, esaminare quello che si è fatto, pentirsene e, sopratutto, correre, e di corsa, a riparare i torti ingiustamente inflitti.

Questo non certo per intimorire quelli con la faccia di corno vecchio con la possibilità della punizione divina, quella ci sarà e non sarà su questa terra, ma quella che si deve paventare è la vendetta, molto terra-terra, che potrà scaturire in un futuro periodo di torbidi.

Se la crisi non viene bloccata ci dobbiamo aspettare un periodo di disordini diffusi e generalizzati e, come ci ha mostrato la storia, durante il marasma sociale molti approfitteranno per togliersi i sassolini che da tanto tempo avevano nelle scarpe.

Perciò, è bene restituire i debiti, materiali e morali, rimettere a posto quello che si è rubato, distratto o distrutto, ridare dignità a chi ne è stato privato, ricominciare una vita diversa, lontano dal clamore, perchè più ci si espone oggi e più si rischia domani la vendetta di chi non avrà più niente da perdere.

sabato 28 febbraio 2009

Sessanta milioni di baionette

Radio24 ha sparato eccitatissima la notizia che siamo finalmente sessanta milioni di italici, extracom compresi.
Una notizia che fa il paio con le geremiadi ascoltate a un convegno, sempre del Sole24Ore, dove si paventava che, fra 50 anni, e se le donne italiche non si mettono a figliare come coniglie, gli italici saranno solo 40 milioni.
Ma a che serve essere in tanti?
Perchè servono giovani per pagare le pensioni ai vecchi, si dice.
Però si vuole anche si vada in pensione a 65 e forse anche a 70 anni, per cui a una persona rimarrebbero solo 20 a 16 anni di vita alle spalle di chi lavora e, sopratutto, di produce qualcosa di vendibile e di esportabile per comprare petrolio per riscaldarci.
Ma, con l'avanzare dell'automazione e della robotica, a che serve tanta gente?
Con la crisi attuale quanti ex operai dovranno riciclarsi come portinai al posto di extracom?
Quante operaie, invece di sporcarsi di grasso di macchina, andranno a fare compagnia a una povera anziana oggi affidata alle cure, spesso non amorevoli di una badante slava?
E qualcuno calcola quanto costa il fatto che per ogni persona si devono bruciare 4,94 litri di petrolio greggio al giorno?
E ovviamente nessuno ricorda che a Mussolini gli otto milioni di baionette non sono serviti a niente contro i bombardieri che demolivano le città italiane, comodamente, da 20.000 piedi.

martedì 24 febbraio 2009

Come Volevasi Dimostrare

Avevo detto che si dovevano nazionalizzare le banche e anche in USA, paese del liberismo assoluto ma anche del pragmatismo efficiente, ci si avvia a salvare sotto l'ala statale Citi e Bank of America, cioè alcune delle più grandi banche del mondo.

Avevo detto che la crisi sarebbe durata cinque anni, di cui uno già trascorso inutilmente, ed oggi anche Bernake dice che ci vorranno tre anni; io dico che ce ne vogliono ancora quattro.

Solo i nostri governanti, se non sono intenti a scissioni o impegnati su stupidaggini, continuano a pensare che, chissà perchè, l'Italia e le sue banche siano immuni dal contagio.

Vedremo. Io sono convinto che entro fine 2009 almeno tre grandi gruppi bancari italiani, forse quattro, dovranno essere nazionalizzati e a loro seguiranno anche un paio di utility.

domenica 22 febbraio 2009

Indifferenza intelligente

Pare ci sia una crisi. E sicuramente sarà così. La cosa strana è che la gente (nella media) è assolutamente indifferente. Non credo perchè i singoli non sentano gli effetti della crisi.

E allora perchè la gente è così indifferente?

Il fatto è che c'è un'intelligenza collettiva che si manifesta con questi comportamenti (nella media) similari; la gente non è (molto) preoccupata perchè ha capito una cosa: siccome la crisi è mondiale, non è un problema della gente comune risolverla e non sarà la sola gente comune a subirne le conseguenze.

L'intelligenza collettiva ha capito che, se il sistema collassa, non ci saranno assalti ai forni, ma sicuramente a casa dei potenti che, prima volta nella storia, non hanno un posto dove scappare.

Ve lo ricordate il reuccio savoiardo che scappa di notte verso Brindisi abbandonando il suo popolo in mano a due eserciti invasori? E Mussolini travestito da soldato tedesco che cercava forse salvezza in Svizzera? E Craxi che va esule in Tunisia?

Ma, se il sistema crolla, dove scappano? Il pianeta quello è, e non c'è un posto dove nascondersi perchè, se il sistema crolla, crolla dappertutto, e non è facile fare la bella vita in mezzo a una massa di disperati che, prima o poi, t'individuano.

Ma il sistema non crollerà e, in qualche modo, troveranno la soluzione per riavviare la giostra. E se non lo trovassero, molti realizzaranno finalmente certi incubi chiusi nel cassetto.