domenica 21 settembre 2008

Più che una Blog-fest era un Blog-mortorio

Si è svolta di recente la BlogFest, un evento che avrebbe dovuto celebrare anche da noi il fenomeno blog che negli USA, tanto per fare un esempio, è in grado di consigliare al GOP di candidare Sarah Palin come VP insieme a McCain.

Siccome il buon giorno si vede dal mattino, s'è subito visto chi sono i blogger italici: gente che ha l'occasione per fare un intervista pepatella all'AD di Telecom, Bernabè, e invece che fa?

Domande banali, domande a risposta obbligata e perfino tentativi di promuoversi come fornitori di Telecom, come se questa non ne avesse già abbastanza fuori alla porta.

M'è bastata questa squallida conferenza stampa, mascherata da chiacchierata con i blogger, per capire l'andazzo della blogosfera italica che, come il resto del paesone è lì, con uno strumento potentissimo in mano, e aspetta Godot, cioè che qualcosa succeda, quando invece dovrebbe essere proprio la voce libera dei blogger a smuovere il pantano fetido che è diventata la terra dove il sì suona, nel senso che tutti, anche i blogger, dicono ormai solo signorsì.

Alcuni nostri grandi così avrebbero definito il blogger italico:

Uno (che) il coraggio non se lo può mica dare (Manzoni)
Tengo famiglia (Flaiano)
L’umanità la divido in cinque categorie: gli uomini, i mezz’uomini, gli ominicchi, i pigliainculo e i quaquaraquà… (Sciascia).

venerdì 19 settembre 2008

La peste del debito oscuro

The plague of the black debt, uscito nel 1994, diceva che già allora si era a DEFCON 4 per l'accumulo di finanza di cartone basata sull'aria fritta.
E da allora nessuno ha fatto niente! Nè le banche centrali nè la politica!

Inoltre è stato lanciato l'euro, però senza una struttura europea di vigilanza e le banche hanno fatto un po' come volevano.

Poi, con l'esigenza di trimestrali per accontentare gli analisti, con ricchi premi ai bancari tutti (receptionist comprese), s'è allargato il credito fino all'assurdo, come i mutui al 100% e anche ai precari.

A questo si sono aggiunte le stronzate di FED e BCE di dare bei scossoni ai tassi e l'edificio di carta ha cominciato a sbriciolarsi.

Ora che deve fare il risparmiatore?

Deve stare fermo e tranquillo, stare molto lontano dalle banche, tenersi liquido, allegerire le posizioni debitorie (mutui, prestiti, esposizioni) e fare due atti politici:

1) sollecitare le autorità a prendere in mano la situazione che non ha soluzioni tecniche, ma esclusivamente politiche;

2) inondare di proteste i politici di ogni colore perchè blocchino le assurde manovre dei monetaristi della BCE, perchè solo abbassando subito i tassi si potrà avere, non tanto una ripresa immediata, ma almeno un non peggioramento della crisi.

Inoltre la politica deve stabilire regole di vigilanza che riportino tutto il sistema bancario a regole classiche:

a) tassi proporzionali al rischio del prenditore,
b) contingentamento del credito per chi è a rischio,
c) divieto di partecipare al capitale di rischio delle imprese che devono cercarselo sul mercato.

Quest'ultimo è il bubbone infetto e non ancora scoppiato.

Quello che temo è che le banche, per rimettere a posto i loro conti, debbano far rientrare ASAP chi è molto esposto, costringendo anche molte PMI a fallire.

Vi rendete conto di quante aziende sono sommerse di debiti?

L'unica soluzione è perciò politica!

Purtroppo non vedo, nè in USA nè in EU, gente che abbia la forza per prendere in mano la situazione senza essere succube del timore reverenziale nei confronti di FED e BCE.

lunedì 15 settembre 2008

Fondi Pensione e banche sull'orlo del burrone

Come ricorderete qualche anno fa la politica italiana cincischiò per anni sulla necessità di costituire i Fondi Pensione "come ci stanno in America".

La scusa, propagata con la grancassa da tutti i media e da tutti quelli che "ufficialmente" capiscono di economia, finanza e previdenza, era che il sistema pensionistico non ce l'avrebbe fatta a pagare le pensioni ai giovani.

Siccome già allora gli stipendi erano di mera sopravvivenza, e quindi era un po' difficile convincere i giovani a mettere da parte soldi che non avevano, qualcuno ha fatto la bella pensata di usare il TFR. Un bel pacco di decine di milioni di euro l'anno.

Siccome la torta era veramente grande, si è scatenata la solita guerra civile italica di tutti contro tutti, perché proprio tutti ci volevano mettere mano, sindacati compresi.

Com'è finita lo sappiamo: quei pochi fondi che sono nati sono creature rachitiche perché la gran parte dei soldi sono finiti nel calderone dell'INPS o sono rimasti nelle mani delle aziende, che per altro danno un rendimento maggiore dei FP.

Così, la grande ventilatissima possibilità che, tramite i fondi, si potesse finanziare il capitale di rischio dell'industria italiana, e avviare così la ripresa economica, è del tutto sparita dai media e dall'agenda della politica. E nessuno ne parla più.

Sarebbe interessante capirne il perché.

Un'ipotesi malignetta che circola è quella che tutta la storia serviva solo a finanziare le banche che già allora sapevano di avere fondamenta di carta appoggiate su altra carta.

Può essere? Potrebbe, se consideriamo che i grandi gruppi mondiali del risparmio gestito sono moribondi o alla ricerca disperata di qualcuno che li salvi dalla bancarotta.

Ma non lo sapremo mai.
Il sistema finanziario è più oscuro di un buco nero.
Attenti a non buttarci dentro i vostri soldi!

venerdì 12 settembre 2008

Sotto a chi tocca!

Fanny Mae e Freddy Mac sono andate, fallite, e bene ha fatto il governo USA a salvarle, nonostante che certe vestali EU del libero mercato si siano sturbate alla notizia che il paese del liberismo avesse preso una misura così statalista.

Purtroppo gli americani hanno un difetto genetico: quando hanno un problema lo devono risolvere. E' una malattia. Non stanno lì a piangere per anni sul World Trade abbattuto.

Prendono un esercito e il 7 ottobre 2001, cioè nemmeno un mese dopo il 9/11, attaccano l'Afghanistan, a ben 10.000 km di distanza, e sbaraccano i talebani.
Così hanno fatto con le due banche inguaiate di crediti inesigibili.
Ora pare tocchi a Leheman Brothers, banca d'investimenti che era tanto fico avere nel CV. Ne seguiranno altre finchè la carta che sostiene altra carta non sarà sparita totalmente (c'è ancora un po' di monnezza finanziaria in giro negli USA).
In Europa, invece, dopo il salvataggio della Northen Rock inglese, pare tutto sia tranquillo, anzi, la BCE continua a tenere i tassi a livelli stratosferci, benche l'economia abbia praticamente l'encefalogramma piatto e nessuna speranza di riaversi dal coma artificiale cui l'ha condannata Trichet con la sua assurda politica monetarista. Un accanimento terapeutico contro un malato già poco vitale che costringerà gli europei ad emigrare a loro volta.
Ma i maligni dicono che, forse non quest'anno, ma l'hanno prossimo sicuramente, anche un paio di banche europee dovrebbero saltare.
Quali? Si accettano previsioni e scommesse.
Ma potrebbe anche non accadere niente. In Europa sono molto bravi a nascondere la monnezza finanziaria facendo un po' di ardite fusioni fra cadaveri e aspiranti cadaveri bancari.
Devono solo mettersi d'accordo su come spartirsi i posti con variopinte forme di governance.

lunedì 8 settembre 2008

L'acqua è poca e la papera non galleggia!

Offshoring in America?

Se non sono stati i primi, sicuramente gli americani sono stati tra i primi a delocalizzare siti produttivi e funzioni all'estero, in quei paesi con salari più bassi e magari più larghi di manica sulle condizioni dei lavoratori.

C'eravamo abituati a comprare le americanissime scarpe NIKE e trovare l'etichetta Made in China e perfino Made in Vietnam, alla faccia di tanti anni di guerra, napalm e violenze di ogni genere.

Fra poco però ci potrà capitare che, guardando dentro a una borsa di una griffe europea, ci troveremo un bel Made in USA. Proprio così!

I governatori di molti stati USA, gente che prende veramente a cuore le sorti del proprio stato e non va perdendo tempo in congressi o a fare investimenti in aviolinee cotte, decotte e stracotte, stanno corteggiando le aziende europee per convincerle a fare offshoring dalle loro parti.

Quello che offrono è una legislazione più favorevole alle imprese, manodopera qualificata, o da riqualificare a spese dello stato, nonchè un dollaro debole, che si deprezza sempre di più contro l'euro forte grazie alle follie della BCE; dulcis in fundo, anche incentivi economici per chi costruisce stabilimenti in America come hanno fatto già con la Volkswagen.

E da noi? ICI o non ICI, grembiule o non grembiule, braccialetto o non braccialetto.

sabato 6 settembre 2008

Spiegazioni per non addetti ai lavori

Quella che il pianeta Terra sta vivendo è una crisi finanziaria seria le cui conseguenze le stiamo pagando solo noi comuni mortali che ormai sembriamo foglie sbatacchiate in un tornado.

Ci vediamo in un vortice di aumenti, tassi alti, inflazione, disoccupazione e soprattuto di tante chiacchiere, però non riusciamo a capire che è successo e se qualcuno ci sta mettendo rimedio a questo guaio.

Rispondo subito alla seconda domanda: nessuno sta facendo niente di serio e per due motivi.

Di quelli che dovrebbero metterci mano, i politicanti, pochi capiscono i perversi meccanismi che si sono messi in moto nel mondo finanziario e, se uno non sa cosa c'è sotto al cofano di una macchina, non ci mette mano e, se ancora più saggio, chiama un meccanico per capire il guasto e ripararlo; il problema è che il meccanico preposto è quello che ha fatto andare il motore fuori giri perché non ha pensato di costruire un sistema di regolazione del motore, per cui nessuno sapeva che stava sbiellando finché non si è cominciato a vedere che la macchina rallentava, cioè che l'economia entrava in crisi, e finché non si visto fumo nero dal tubo di scappamento, cioè che banche, come la Northen Rock inglese, stavano per fallire, e che non era che la prima di tante altre nel mondo. Hanno cominciato le piccole, poi, mano mano, seguono quelle più grandicelle ed ora si aspetta il botto di una grande banca americana e di una europea. E non si sa se è finita. O, sarebbe, meglio dire, potrebbe finire se qualcuno ci mettesse mano a questo motore svalvolato. Ma, come detto all'inizio, nessuno ci mette mano e se qualcuno sta operando, o fa ulteriori casini, vedi le bischerate delle banche centrali che giocano con i tassi.

Il secondo motivo è che molti cercano di nascondere il problema che sta sotto al loro cofano e un esempio di questa mentalità è un'uscita di John Thain, AD di Merrill Lynch, che ha detto che il loro non è un problema di capitali, quando tutti sanno benissimo che il loro problema è la mancanza di soldi.

Ritornando al primo quesito: "che cosa è successo?", la spiegazione, in parole povere, e che le banche, quasi tutte, hanno prestato soldi molto al di là del loro capitale, che è come dire, che hanno prestato i soldi dei loro azionisti, quello dei correntisti, quello dei risparmiatori ed anche oltre, cioè soldi che non avevano. Poi, per liberarsi di tutti questi crediti, li hanno o venduti ad altre banche, o li hanno impacchettati in strumenti finanziari molto sofisticati, che sono parenti stretti dei pacchi che alcuni imbecilli continuano a farsi fare quando credono di comprare a €500 euro la Nikon D700 da 2300 euro. Perché la mamma degli imbecilli ne partorisce un sacco che credono che la banche siano istituzioni benefiche.

Siccome quando spunta una moda, tanti la vogliono seguire, (se no, che moda sarebbe), tantissime banche in giro per il mondo, si sono messe a fare tutte gli stessi giochini, con l'aggravante che, per partecipare al gioco, hanno cominciato a prendere in prestito soldi da altre banche, per cui si è costruito un castello di debiti appoggiato su altri debiti tutto basato sui crediti che le banche dovevano riscuotere dai loro clienti.

Quindi già una situazione instabile, ma finché chi ha il mutuo paga la sua rata, tutti, a cascata, sono contenti. Poi, un bel giorno, le autorità monetarie credono di vedere il diavolo, l'inflazione, e allora alzano i tassi. Il poverino paga la rata più cara, e però riduce altre spese, e qualcuno comincia a vedere meno soldi in giro e il resto ve lo potete immaginare.

Si avvia un rincorrersi di tassi che salgono, rate che non si pagano, riduzione dei consumi, prezzi che si alzano, perché chi non vende deve recuperare in qualche altro modo, e le autorità monetarie che fanno a quel punto? Alzano ancora di più di tassi, e il tornado inflazionistico si fa più forte e soprattuto risucchia liquidità, i soldi spariscono nelle banche e non entrano più nelle tasche dei commercianti. Però accade un fatto nuovo e spiacevole: molti non riescono a pagare e quindi anche le banche non riescono a pagare i loro debiti con le altre banche. La crisi di liquidità colpisce anche il sistema bancario e chi presta alle banche, siccome corre un rischio maggiore, vuole interessi più alti che la banca, puntualmente scarica sui suoi clienti e le rate dei mutui salgono ancora, finché la banca si trova con i debitori che non pagano, i suoi creditori, cioè le altre banche, che non le danno più soldi, e, siccome le cattive notizie volano, si trova risparmiatori e correntisti fuori dalle filiali che rivogliono i loro soldi perché hanno paura di perderli.

Chi ha creato tutto questo casino? Le banche centrali? In parte. Ma buona parte della colpa ce l'anno i banchieri in gessato e grisaglia, sono loro, con il loro permanente sorriso a 64 carati, che hanno creato il problema prestando soldi che non avevano. Loro dicono per il bene del popolo ovviamente: mutui facili per far comprare la casetta anche al precario con 500€ al mese. Ma anche per dare più interessi al loro correntista. Invece del 2%., prima del tasse, il 2,2%, sempre prima della ritenuta del 27%. La verità è che loro hanno fatto crescere a dismisura i prestiti perché così possono spuntare più salario per loro e per i loro amichetti. Più il bilancio è buono più grandi sono le gratifiche e le stock option, così al CIO conviene fare puttanate, gliele ricompensano bene, se non benissimo. E io pago, direbbe Totò!

Come se ne esce?

Finchè i meccanici sono quelli che hanno creato il problema, cioè gli attuali banchieri e i direttivi delle banche centrali, non se ne esce, se non lentamente e con danni irrevresibili perchè c'è un ulteriore nuovo problema: se in un posto le cose vanno male, chi ha i capitali li va ad investire dove trova un reddito. Il denaro viaggia e nessuno gli può mettere il sale sulla coda.

Perciò potrà succedere che molte imprese chiuderanno, sopratutto in Europa, per mancanza di redditività, con conseguente ulteriore disoccupazione, crisi di liquidità, inflazione e di nuovo tassi alti.