lunedì 17 agosto 2009

Bossi, un angelo a Mezzogiorno

Ogni volta che il povero Bossi parla, alti si levano i lai degli intellettuali italici che, dai masi alpini ai dammusi di Pantelleria, sono uniti da una stessa incompetenza e ciucciagine, sopratutto in geografia economica, per non parlare della loro totale mancanza di basi di economia politica.
L'ultima proposta, quella delle gabbie salariali, è indicativa di questa crassa ignoranza dei commentatori.
Cosa accadrebbe se effettivamente, ope legis, si stabilisse che i salari debbano essere legati al costo della vita e alle sue variazioni?
Semplicemente, i datori di lavoro delle zone più costose dovrebbero aumentare i salari, per esempio del 16%, e, siccome gli imprenditori non sono tipicamente gente disposta a ridurre il proprio guadagno - anche perchè spesso non si può - dovrebbero aumentare i prezzi dei prodotti e/o spostare la produzione in zone con il costo della manodopera più basso.
Ci sarebbe anche una terza strada: automatizzare in modo da eliminare la manodopera sterilizzando l'aumento forzoso dei salari.
In ogni caso, l'adeguamento dei salari sarebbe un palliativo di qualche settimana perchè i prezzi seguirebbero in automatico.
Da questa politica ne potrebbe trovare vantaggio il Mezzogiorno, non tanto cercando di attrarre il Brambilla o il Colombo al sud - dove non verranno mai, nemmeno in vacanza -, ma entrando negli stessi settori produttivi delle zone con salari più alti potendo produrre le stesse cose a prezzi più bassi.
Come in altre occasioni, Bossi si dimostra un sincero amico del Mezzogiorno - forse perchè ha sposato una sicula - ed è veramente sbagliato e penoso vedere tanti intellettuali meridionali partire lancia in resta senza aver valutato, sopratutto i vantaggi (per il sud), delle idee di Bossi.

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