venerdì 7 agosto 2009

Curiosi, imprudenti e

Sdraiato nell'aia, l'occhio cade sul traffico all'incrocio prospiciente, un trivio in salita, e in parte cieco, ottimo punto per considerare come questo piccolo angolo di mondo mostri per bene i vizi, forse congeniti forse acquisiti, degli italici.
Siccome siamo in campagna, molti non allacciano le cinture, non portano il casco e tengono i bambini in braccio, e questo perchè la strada di paese è sentita come un'estensione della propria casa, per cui, come si esce di casa, non agghindate, per andare dalla comare a spettegolare, così si guida senza cintura per andare all'emporio per due panini e un presa Schuco.
Poi ci sono i curiosi, quelli che, pur di guardare nell' aia per capire chi è questo parziale estraneo, si girano di tre quarti, ignorando, tranquillamente, che dal punto cieco può arrivare un altro ficcanaso che guarda all'aia e non alla sua destra per dare precedenza.
Ma quelli più strani sono gli automobilisti che s'inerpicano per una salita scoscesa, si inoltrano per una stradina stretta e buia, con uno strapiombo da un lato, al solo scopo di poter uscire sulla strada statale in un punto in cui non c'è uno stop come c'è, opportunamente, all'uscita a raso appositamente progettata per immettersi sulla statale senza rischi. Perchè? Perchè è tale l'idea di risparmiare tempo che si ignorano diversi rischi pur di sentirsi intelligenti.
Ed è questo il punto di forza dei caporioni della politica o di chi promette mirabolanti guadagni finanziari: un popolaccio di ficcanaso, sciattoni e anti-sistema che si credono furbi come Bertoldo e fessi invece come Pinocchio.

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