domenica 27 giugno 2010

Il tesoro in fondo alla palude

Dibattito al POLIMI, si parla di crisi finanziaria, faccio un intervento di rottura, un prof allarga i miei concetti e spiega il mio discorso: il paese è ricco ma tutta la ricchezza è praticamente bloccata in immobili, depositi e titoli di stato, roba che rende poco, ma che fornisce all’italiano, ex contadinaccio inurbato e appena sceso dall’albero degli zoccoli, la sicurezza, o una presunta tale.

Purtroppo questa ricchezza, veramente enorme, frutto di risparmio ma anche di evasione ed elusione, non serve a far progredire il paese, è come il ciocco in un camino, si consuma, da calore a chi sta vicino, ma quelli in fondo alla stanza, o addirittura fuori al freddo, vedono solo la luce del fuoco ma non ne ricevono nessun beneficio.

Siamo in una condizione assurda e bloccata: abbiamo un sacco di soldi, siamo un paese con super debiti da parare con super tasse, e non c’è un’euro per l’innovazione.

Ed è solo l’innovazione che crea il lavoro.

La Apple ha investito 1 miliardo i dollari per creare l’iPad.

Quale azienda italiana può investire tanto con il rischio di non recuperare l’investimento, come spesso succede? Nessuna, visto come pure loro sono super indebitate.

E i giovani fanno confronti con altre civiltà e capiscono che la nostra palude, sempre più limacciosa e spesso anche fetida di scandali, senza denari, è as-so-lu-ta-men-te impossibile da bonificare per far emergere un tesoro che, se investito, farebbe stare bene tutti

sabato 26 giugno 2010

Il futuro dell'informatica

Il mondo dell'IT è contraddistinto da una particolarità stranissima per un settore avanzato: non è capace di cogliere i segnali che arrivano dal futuro e, anzi, è un mondo che nega il futuro anche se questo è un presente già molto evidente.

È un mondo dove, per parare alcuni problemi, si scelgono strade falsamente innovative che, invece di portare efficienza, apportano nuova complessità, quindi nuovi costi e una confusione da cui non si riesce a uscire anche per un'altra specificitá del settore IT: il manicheismo che porta a vere guerre di religione dove i crociati di una tecnologia buttano milioni per abbattere gli idoli informatici dei talebani perdenti.

Negli anni 70 c'è stata la guerra dei data base, gerarchici, reticolari, relazionali, che hanno vinto e, ovviamente nelle testoline della gente IT sono un altro santuario da non offendere, e perciò, se qualche mente brillante afferma che il data base forse non serve più, visto che abbiamo dischi velocissimi, assolutamente incomparabili con quelli degli anni 70, i bonzi dell'SQL gridano al sacrilegio o al più ti guardano come un mentecatto.

Evitiamo poi di parlare delle stupidaggini nel campo dei linguaggi di programmazione, ognuno dei quali doveva essere migliore del precedente, con il risultato evidente di una massa di applicazioni dove c'è ancora di tutto, sia vecchio che nuovo: Cobol, PL1, APAB, Java, C, C++, ADA, Visual Basic, Basic.

Poi ci sono le nuove edizioni di cose vecchie e una di queste è la virtualizzazione il cui scopo sarebbe di far diminuire le centinaia di server che col tempo si accumulano in un'azienda.
E dalla virtualizzazione si passa al concetto di cloud, cioè l'idea che le applicazioni stanno da qualche parte nella Internet e si paga a consumo, una cosa che non è altro che il vecchio outsourcing.

Però qualcuno dice che è il futuro, cosa che non tiene conto di alcuni elementi grandi come montagne.

Le aziende, sopratutto le PMI che sono la massa, non metteranno mai i loro dati in giro nella rete;

Per affidare alla cloud i propri dati occorre un contratto che veramente protegga il cliente in caso di guasti e interruzioni del servizio;

Ma il vero nemico della cloud è il fatto che i prezzi delle macchine devono ancora scendere e di molto per cui è pensabile che prima o poi qualcuno fornirà alle aziende delle scatole che svolgono una specifica funzione, scatole che non hanno bisogno di sistemisti e che si installano come i pezzi dell'HI-FI: un solo connettore e la scatola che fa la contabilità entra in funzione subito, si aggiorna da sola scaricando dalla rete quello che serve e sopratutto è pensata per dialogare "in automatico" con altri sistemi locali e oltre le mura dell'azienda.

E per parlare con queste macchine, iPad e cellulari.

martedì 8 giugno 2010

il decalogo che rovina l'Italia

Questo è l'elenco delle leggi che gli italici osservano, con maniacalità e fervore oserei dire sacrale, dalla Vetta d'Italia fino alla Punta Pesce Spada di Pantelleria:

- è ancora un ragazzo! *
- tiene famiglia!
- è un amico **
- ma chi te lo fa fare?
- fatti gli affari tuoi
- per questa volta...
- è la prassa! ***
- ma che importanza ha?
- chi vuoi che se ne accorga!
- solo un attimo!

avvertenze:
* ragazzo è uno che può avere anche più di 35 anni!
** vale anche: è un parente, è un collega, è una persona importante, ci può dare una mano
*** sarebbe prassi, ma così si espresse l'addetto alla visita di leva