domenica 22 novembre 2009

Un mondo finito

Viviamo in un universo infinito ma la nostra vita si svolge in uno spazio finito, in senso geografico, perchè la Terra e quella che è, uno scoglio blu nel nero del cosmo dal quale non possiamo evadere, ma anche in termini di pulsioni intellettuali, perchè non abbiamo più, come aveva il coraggioso Ulisse, mari da navigare, colonne da superare, prodigi da scoprire, e quelli che ci sono rimasti, nella scienza fisica e nella biologia, sono solo per pochi eletti
Anche negli ideali vediamo un mondo finito, perchè omologato, dove solo pochi oscurantisti cercano di resistere al livellamento globale inesorabile.
Prima o poi gli USA avranno una previdenza sociale all'europea, prima o poi la Cina e la Russia dovranno democratizzarsi, prima o poi le teocrazie islamiche dovranno emancipare le donne, e allora ogni angolo del sasso blu sarà uguale a qualsiasi altro.
E forse è questa la ragione profonda della crisi: un appiattimento globale e in ogni campo, compreso quello manageriale, dove l'applicazione pedante e pedestre delle stesse regole apprese negli MBA non può che portare agli stessi risultati, il che non è una buona base per competere.
Bisognerebbe trovare il coraggio di essere diversi ma, come dice don Lisander, uno il coraggio (d'innovare) non se lo può dare.
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