martedì 4 novembre 2008

Crisi temporanea o recessione?

I dati storici dicono che l'impatto di una crisi finanziaria non si riverbera subito sulla cosiddetta economia reale; normalmente la crisi colpisce le imprese dopo dodici mesi dallo tsunami bancario.

Le ragioni? Le banche, con le casseforti tristemente vuote, chiudono i rubinetti del credito e, siccome sono abituate, come fa la BCE con i tassi, a chiudere o aprire bruscamente l'erogazione per tutti, del credit crunch finiscono per soffrirne tutti indistintamente, sia il buon pagatore che quello cattivo.

I cattivissimi, invece, quelli che hanno aziende con debiti stratosferici che non potranno mai restituire, continueranno a rimanere indebitati per cifre astronomiche che, magari, graziosamente i banchieri convertiranno in azioni che si terranno in portafoglio finchè, con qualche trucchetto di ingegneria finanziaria, non verranno infilate nei portafogli titoli o nei fondi comuni dei poveri imbecilli avidi che sperano di guadagnare senza lavorare.

Questi idioti di risparmiatori sono molto simili a quegli altri imbecilli che vanno dai maghi ai quali non fanno mai la domanda essenziale: se uno è capace di vedere il futuro, perchè non approfitta di questa sua dote divinatoria e si gioca i numeri del prossimo super enalotto milionario?
E se uno è un così bravo banchiere perchè si offre di dividere con il risparmiatore un guadagno che potrebbe tenersi tutto per se? In fondo, come dimostrano i recenti avvenimenti, non è nemmeno necessario avere un capitale per giocare in borsa, si può anche giocare allo scoperto, e questo fa della borsa un qualcosa di unico nel campo dei casinò: la borsa è l'unica sala giochi dove si può giocare anche senza soldi, basta promettere che il giorno dopo si consegnino le azioni o, come nel caso dei mercati delle materie prime, si può non consegnare la merce oggetto della scommessa ma solo il conquibus monetario.

1 commento:

arduino ha detto...

Penso che si debba chiarire una cosa.Definiamo cosa si intende per "ripresa".Una volta fatto questo si può procedere meglio.
Da un punto di vista di "uomo della strada" credo che i problemi che c'erano prima del crollo dei fratelli Lehman non siano stati risolti.Troppi squilibri macroeconomici sono ancora sul tappeto.Per squilibri includo anche la cattiva distribuzione della ricchezza ossia la bassa retibuzione di lavoratori dipendenti e pensionati....che guardacaso sono consumatori anche loro.Perchè nessuno si ricorda di questo?Quanto incidano i loro consumi sul fatturato delle aziende lo si vede,in particolare, da un periodo di tempo a questa parte.Tale periodo non coincide certo con il crollo della borsa del settembre 2008 ma ha radici ben più lontane nel tempo.