lunedì 2 novembre 2009

Mentre il medico studia...

...il malato muore!
Ed è questa la fine che sta facendo quella parte debole dell'economia che viveva di quel 30% di pannicolo adiposo sparito con la riduzione dei consumi causa crisi.
La disoccupazione aumenta, la paura pure, ovviamente la gente si arrangia, cercando di mantenere un livello decente di vita, oltre tenersi la casa per non fare la fine di tanti americani ridotti a vivere in roulotte, tende o in ospizi sovraffollati.
In questo day after economico vediamo la totale latitanza della politica, in tutto il mondo e sotto tutte le colorazioni politiche, segno evidente che non sanno che fare, perchè non capiscono il problema, mentre gli scienziatini superpagati e sopravvalutati delle banche centrali si astengono dal proporre rimedi nuovi, per non prendersi responsabilità come solito, e continuano in inutili interventi fatti con strumenti poco efficaci e volti sopratutto a salvare le banche.
Poverine, rimaste a secco, le hanno riempite di liquidità, che però non vanno alla gente ma servono per grandi manovre atte a salvare grandi debitori sistematici.
E, siccome il buco pare sia grande come una miniera di zinco a cielo aperto, si sono inventati i bond di stato, cioè prestiti onerosi che dovrebbero migliorare il patrimonio delle banche e spingerle a prestare denari all'economia reale.
Però costano tanto, e i banchieri cercano di farne a meno, prendono tempo e, intanto, l'economia si spegne lentamente per anossia finanziaria.
Ora, considerato che questi bond sono altro debito pubblico e che l'abbondante liquidità immessa stagna nei forzieri della banche, non sarebbe meglio se gli stati comprassero dalle banche un po' di mutui e prestiti della gente comune?
Magari, fissando un tasso fisso basso, diciamo un 3%, le rate sarebbero ragionevoli e abbordabili, le banche si ritroverebbero con le casse piene e gli stati lucrerebbero sulla differenza positiva fra il tasso dei titoli offerti al mercato dei risparmiatiori e quello sui mutui e prestiti "nazionalizzati".

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