domenica 30 settembre 2007

Le tre regole che ci rovinano

La vita di una nazione, insieme di una popolazione su un territorio, può essere basata su tante regole fondamentali ed accettate da tutti.

Regole che non sono state scolpite su tavole di pietra, ne vergate su fogli di pergamena e nemmeno scritte su solenni dichiarazioni firmate dai padri della patria in un giorno fatidico della Storia.

Più banalmente, sono quelle che tutti osservano senza nemmeno accorgersene perchè ingurgitate alla zizza materna, molto spesso tacite ed opportunamente sottaciute, sopratutto quando, come nel caso italico, si tratta di regole da non sbandierare ai quattro venti per non farci prendere a fischi e pernacchi dagli altri popoli.

E si che sarebbero regole che dovrebbero essere ricamate con filo d'oro sulle bandiere dei popoli italici, che siano il tricolore di tutti, il sole camuno dei padani, il leone veneto o i quattro mori sardi.

Tre regolette, osservate pedissequamente da tutta la nazione, dalla Vetta d'Italia a Lampedusa, nelle valli e sui monti più alti, nelle città e nel più piccolo villaggio. In ogni tempo, con ogni tempo, da qualsiasi italiano e sicuramente anche da qualsiasi governo repubblicano.

  1. E' un figlio di mamma, vale a dire che non è il caso di scioccare un giovane virgulto italico o una futura promessa sculettante con una bella sospensione di un mese quando il ragazzo e la giovinetta, i cocchini di mammina dolce e di papino amoroso, sfogano la loro esuberanza giovanile sfondando le porte dei bagni della scuola, infilano lattine nella tazza del cesso per intasarlo, imbrattano monumenti che tutto il mondo ci invidia (e solo per quello).
  2. E' padre di figli, cioè, non è il caso di rovinare un pater familia con una bella salatissima multa, la confisca dell'auto e magari qualche anno di carcere quando viene preso con una prostituta minorenne, tiene a bottega un lavoratore in nero, prende una fasullissima pensione di invalidità.
  3. Chi te lo fa fare, regola aurea su cui si basa la vita economica, sociale e politica della nazione, quella Grundnorme che invita a non farsi gli affari degli altri onde evitare problemi futuri per se e per i suoi.

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