Sul Corriere Economia di oggi, 9/2/2009, Salvatore Brangantini, economista, propone la resurrezione degli Istituti di Credito Speciali!
Il tutto a ben 15 anni dalla distruzione cervellotica degli ICS che operavano nel sud per gestire l'intervento straordinario, fagocitati da banche universali i cui risultati sono innegabili!
In sintesi il nostro economista dice quello che diceva la legge bancaria del 36, uniquique suum, ognuno deve fare un mestiere, chi presta a breve ha una testa diversa e una professionalità diversa da chi deve esaminare invetsimenti di medio e lungo periodo.
(omissis)... ne sono derivate, in molti casi, valutazioni più oggettive sul breve termine, e minor peso di rapporti personali fra dirigenti di banca e titolari; più spesso, tuttavia, si sono dilatati i tempi di decisione, ed è diminuito lo spessore professionale nei giudizi di credito oltre il breve termine.
Si sta perdendo la capacità di valutazione dei piani a medio, che era ben radicata nei vecchi Istituti di credito speciale (ICS). Questi sviluppi giocano un ruolo negativo oggi, in quanto ostacolano l'adattamento delle imprese alla nuova situazione; tanto più che nessuno, in verità, sa che animali saranno le banche di domani, quando la lezione della crisi sarà stata assimilata.
Molte banche ormai hanno, è vero, divisioni corporate, che lavorano bene. Oggi, tuttavia, serve una grande banca specializzata nel credito a medio termine, che banca, che funga da catalizzatore di aggregazioni fra imprese.
Il giacimento di capacità professionali degli ex Ics, ancorché dimenticato, non è esaurito; spezzoni importanti sono ancora presenti in molte banche, a partire dalle maggiori ove sono confluiti pezzi di Imi, Icipu e Mediocredito Centrale. Soprattutto, nel mondo delle popolari ci sono banche come Efibanca, Centrobanca, Italease, la stessa Meliorbanca, che potrebbero costituire i mattoni di un nuovo edificio adatto ai tempi.
L'aggregazione fra questi istituti darebbe al nuovo soggetto un ruolo altrimenti precluso ad ognuno di essi isolatamente; non a caso vanno a vuoto i periodici tentativi di vendita da parte delle capogruppo. Queste banche vanno fuse fra loro, ne va razionalizzata la struttura e ridisegnato l'azionariato; si potrà così creare un soggetto nuovo, con un management autonomo, senza soci dominanti, e chiedere alla Borsa di sottoscriverne una larga fetta del capitale.
La nuova banca avrebbe un ruolo centrale e le imprese avrebbero, un interlocutore forte e specializzato; bene per il paese, e per le banche capogruppo che risolverebbero qualche lieve grattacapo.
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