mercoledì 24 marzo 2010

Sapere è necessario

Ci sono giornalisti che commentano preoccupati il percolare di notizie sui vizi dei politici e dei pubblici funzionari, lo ritengono una non necessaria intrusione nella vita privata della gente.
Sono osservazioni che però lasciano fuori un fatto fondamentale per la serena e sana esistenza di una comunità: chi informa i contribuenti dei vizi dei potenti, ovviamente, se e quando questi vizi siano "evidente" sintomo di corruzione, anche se non vi sia un procedimento giudiziario in corso?

Io ritengo missione sacra e specifica della stampa sbattere in prima pagina il vizio (pagato con i nostri soldi), tant'è vero che negli USA l'emendamento che tutela la libertà di parola è quello che più di tutte le altre leggi permette di evitare le degenerazioni eccessive del potere politico e amministrativo.

La EFF (www.eff.org), ad esempio, organizzazione libertaria americana, cane da guardia contro chi vuole mettere sotto controllo le telecomunicazioni, ha ottenuto dalla Corte Suprema sentenze che difendono addirittura l'anonimato del blogger quando questo attacchi il potere pubblico, sentenza ottenuta come estensione di altre che già difendevano l'anonimato di chi stampa un libello di denuncia.

D'altra parte è sotto i nostri occhi l'attacco virulento ad Obama accusato di non essere nato negli USA, aggressione che però nessuno si sogna di censurare o di omettere dalle cronache a stampa o via etere.

Questo assetto americano garantisce alla gente di avere una visibilità su quello che fanno i potenti e, siccome è un'esigenza non eludibile (perchè chi custodisce i custodi non può che essere il cittadino contribuente), è chiaro che da noi si sopperisce, alla mancanza di denuncia e alle omissioni da parte della stampa, con il percolare di quello che si ascolta durante le indagini da parte delle strutture di law enforcement.

E questo perchè una società non può vivere senza la verità (anche approssimata), sarebbe come avere un laboratorio scientifico dove una parte delle scoperte viene negata ai colleghi scienziati bloccando il progresso di tutti.

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