mercoledì 13 gennaio 2010

Immigrazione e sistema delle caste

Nel ponderoso saggio "Homo Hierarchicus" (1966) l'antropologo Louis Dumont esamina il sistema delle caste indiano e spiega le ragioni economico-sociali di questo fenomeno che, per certi versi, si sta incistando anche nel nord del mondo.

La verità che Dumont scopre è che le caste inferiori in India, sopratutto quelle degli intoccabili, sono colà ristrette e costrette perché sono anche quelle che si devono occupare dei lavori più sporchi, quali lo spurgo delle latrine, la cura delle bestie e la concia delle pelli.

Guarda caso le stesse attività che sono svolte dagli immigrati nel nord del mondo, attività generalmente rifiutate, anche se pagate decentemente, dai lavoratori del nord del mondo; se a questo aggiungiamo che diventa sempre più difficile superare le barriere fra le classi, visto cosa occorre spendere per procurarsi i migliori studi e le migliori abitazioni, ed avremo, anche verso l'apice della piramide sociale, la creazione di caste praticamente chiuse, anche se, imperante (formalmente) un regime democratico tutti possono (a chiacchiere) aspirare a superare la barriera di casta.

Abbiamo quindi alle nostre latitudini la riproposizione di un modello dove al vertice ci sono coloro che non debbono lavorare e alla base della piramide coloro che debbono sobbarcarsi il lavoro più sporco, pericoloso e spesso degradante; la cosa curiosa è che anche la malavita adotta lo stesso modello con l'affidamento all'immigrato dei compiti più a rischio (lo spaccio) o quelli più schifosi (la prostituzione).

Il tutto mi sembra un bellissimo risultato dopo che ci sono state diverse sanguinose rivoluzioni liberali e socialiste: siamo passati dal servo della gleba al cittadino liberato dalla presa della Bastiglia, e siamo ritornati ancora più indietro con un sistema di schiavitù volontaria per bisogno.

1 commento:

arduino ha detto...

la storia si ripete....