venerdì 30 aprile 2010

Ricchezza effimera

Quando i padroni del vaporetto italico vogliono rassicurarci fanno i giocolieri con i numeri, e speriamo che gli equilibrismi statistici siano solo mediatici e non colossali operazioni di window dressing come quelle fatte dai greci che, per inciso, hanno dimostrato di essere sempre quelli del cavallo lasciato sulle spiaggie iliache per quei quattro fessacchiotti dei troiani.

Cosa ci racconta il grande timoniere di turno (SB o RP è l'istess!) e ii vari nocchieri e metereologhi delle finanze italiche?

Pare che tutto vada bene (ma sempre relativamente al resto dei PIGS!) perchè, a fronte di un immane debito pubblico, risulta che la popolazione è poco indebitata e che le formiche italiche sono ricche con perchè tanti dindini da parte cui bisogna aggiungere il loro patrimonio immobiliare.

Dati abbastanza discutibili che possono dimostrare proprio il contrario di quanto vogliono propinarci.

Gli italici non s'indebitano, è vero ma questo può dipendere anche da fattori negativi che si auto-alimentano: il numero di occupati (rispetto agli occupabili) è molto basso e i redditi familiari e d'impresa sono scarsi e, a fronte di una bassa redditività le banche, "non" possono largheggiare con i prestiti.

Gli italici hanno grandi risparmi e, fra questi, possiedono, direttamente o indirettamente, tramite le banche e i fondi, metà del debito pubblico italiano (850 miliardi di euro) che non è un cespite facilmente liquidabile se ad averne bisogno fossero in tanti.
E se lo stato si trovasse nelle stesse condizioni della Grecia sarebbe problematico privilegiare gli italiani invece delle banche estere.

Poi ci sono gli immobili, che valgono tanto, ma sono pur senpre immobili e non facilmente liquidabili, oltre il fatto non secondario che il loro valore vale solo per altri italici che vogliano pagare le cifre chieste per quell'immobile, in altri termini le case non hanno un valore assoluto ma quello di mercato...se c'è un mercato!

Quindi di cosa sono ricchi gli italici?
Di chiacchiere, come al solito.

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