venerdì 19 settembre 2008

La peste del debito oscuro

The plague of the black debt, uscito nel 1994, diceva che già allora si era a DEFCON 4 per l'accumulo di finanza di cartone basata sull'aria fritta.
E da allora nessuno ha fatto niente! Nè le banche centrali nè la politica!

Inoltre è stato lanciato l'euro, però senza una struttura europea di vigilanza e le banche hanno fatto un po' come volevano.

Poi, con l'esigenza di trimestrali per accontentare gli analisti, con ricchi premi ai bancari tutti (receptionist comprese), s'è allargato il credito fino all'assurdo, come i mutui al 100% e anche ai precari.

A questo si sono aggiunte le stronzate di FED e BCE di dare bei scossoni ai tassi e l'edificio di carta ha cominciato a sbriciolarsi.

Ora che deve fare il risparmiatore?

Deve stare fermo e tranquillo, stare molto lontano dalle banche, tenersi liquido, allegerire le posizioni debitorie (mutui, prestiti, esposizioni) e fare due atti politici:

1) sollecitare le autorità a prendere in mano la situazione che non ha soluzioni tecniche, ma esclusivamente politiche;

2) inondare di proteste i politici di ogni colore perchè blocchino le assurde manovre dei monetaristi della BCE, perchè solo abbassando subito i tassi si potrà avere, non tanto una ripresa immediata, ma almeno un non peggioramento della crisi.

Inoltre la politica deve stabilire regole di vigilanza che riportino tutto il sistema bancario a regole classiche:

a) tassi proporzionali al rischio del prenditore,
b) contingentamento del credito per chi è a rischio,
c) divieto di partecipare al capitale di rischio delle imprese che devono cercarselo sul mercato.

Quest'ultimo è il bubbone infetto e non ancora scoppiato.

Quello che temo è che le banche, per rimettere a posto i loro conti, debbano far rientrare ASAP chi è molto esposto, costringendo anche molte PMI a fallire.

Vi rendete conto di quante aziende sono sommerse di debiti?

L'unica soluzione è perciò politica!

Purtroppo non vedo, nè in USA nè in EU, gente che abbia la forza per prendere in mano la situazione senza essere succube del timore reverenziale nei confronti di FED e BCE.

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