lunedì 15 settembre 2008

Fondi Pensione e banche sull'orlo del burrone

Come ricorderete qualche anno fa la politica italiana cincischiò per anni sulla necessità di costituire i Fondi Pensione "come ci stanno in America".

La scusa, propagata con la grancassa da tutti i media e da tutti quelli che "ufficialmente" capiscono di economia, finanza e previdenza, era che il sistema pensionistico non ce l'avrebbe fatta a pagare le pensioni ai giovani.

Siccome già allora gli stipendi erano di mera sopravvivenza, e quindi era un po' difficile convincere i giovani a mettere da parte soldi che non avevano, qualcuno ha fatto la bella pensata di usare il TFR. Un bel pacco di decine di milioni di euro l'anno.

Siccome la torta era veramente grande, si è scatenata la solita guerra civile italica di tutti contro tutti, perché proprio tutti ci volevano mettere mano, sindacati compresi.

Com'è finita lo sappiamo: quei pochi fondi che sono nati sono creature rachitiche perché la gran parte dei soldi sono finiti nel calderone dell'INPS o sono rimasti nelle mani delle aziende, che per altro danno un rendimento maggiore dei FP.

Così, la grande ventilatissima possibilità che, tramite i fondi, si potesse finanziare il capitale di rischio dell'industria italiana, e avviare così la ripresa economica, è del tutto sparita dai media e dall'agenda della politica. E nessuno ne parla più.

Sarebbe interessante capirne il perché.

Un'ipotesi malignetta che circola è quella che tutta la storia serviva solo a finanziare le banche che già allora sapevano di avere fondamenta di carta appoggiate su altra carta.

Può essere? Potrebbe, se consideriamo che i grandi gruppi mondiali del risparmio gestito sono moribondi o alla ricerca disperata di qualcuno che li salvi dalla bancarotta.

Ma non lo sapremo mai.
Il sistema finanziario è più oscuro di un buco nero.
Attenti a non buttarci dentro i vostri soldi!

Nessun commento: