venerdì 12 ottobre 2007

Pericolo immigrazione? No problem

L'immigrazione è un fenomeno soggetto alle leggi della demografia e dell'economia e nessuno può pensare di controllarla con leggi rachitiche, sparuti pattugliatori d'alto mare e patetici muri come quelli fra il Messico ed il Texas. Da quando esiste l'uomo la gente si sposta dove c'è una possibilità di fare una vita migliore di quella che si può ragionevolmente sperare di avere nel paese di origine. Questo significa che anche un ricco ed anche un borghese può desiderare di emigrare, se le condizioni del suo luogo di origine non sono percepite come consone alle sue aspirazioni. Per cui uno scienziato, che non trova fondi nel proprio paese, fosse pure la Finlandia, emigrerà in USA perché li troverà capitali e strutture che gli permetteranno di inseguire il suo sogno. In definitiva tutti sono potenziali emigranti purché il luogo di arrivo sia ritenuto migliore di quello di partenza. Anche chi viene a prostituirsi di sua volontà fa un ragionamento economico: vendersi in Romania per pochi euro è molto meno gratificante del vendersi in Italia per cifre che, portate al paese, sono delle fortune che permetteranno alla ex battona di dimenticare il suo turpe passato.
Magari, da vecchia, e ricca signora, diventerà anche una accesa sostenitrice della religione e di partiti politici che vorranno salvare le future battone che stanno per partire per un altro paradiso economico.
Ciò premesso, perché l'emigrazione, che fa tanta paura oggi, non sarà un problema nel medio periodo?
La ragione è sempre quella economica. Con l'aumento del costo dell'energia un paese come l'Italia si troverà sempre più spiazzato sul costo della produzione ed anche su quello del costo della vita.
E chi, immigrato o nativo, poteva vivere con una cifra si troverà a non poter più vivere come prima quando i costi aumenteranno per effetto dell'aumento del costo energetico.
A quel punto chi è già immigrato cercherà in tutti i modi di resistere nel paese che lo ha ospitato con il rischio però di essere il primo ad essere emarginato. Infatti, se i costi aumentano, diminuiscono anche le possibilità di impiego per gli immigrati che, in gran parte, sono usati in lavori di assistenza alla persona (colf, badanti, camerieri) ed in attività criminali che gli sono appaltate dalla criminalità indigena.
Ma se i costi aumentano è ovvio che il pensionato non potrà più avere la badante, la signora che lavorava perderà il posto e non si potrà più permettere la colf ed anche la delinquenza dovrà stringere la cinghia perché il vizio è possibile solo nelle società opulente dove ci si può permettere la costosa dose di polverina o di andare un paio di volte a settimana dalla battona.
A questo fenomeno si deve aggiungere la desertificazione, di cui già si vedono i segni, e che farà diminuire l'acqua in molte zone dell'Italia rendendo la vita impossibile a chi vi abita e, con il costo dell'energia elevato, non sarà nemmeno pensabile di dissalare l'acqua di mare e/o recuperare le acque luride.
Lo scenario nel medio periodo vede perciò un'altra emigrazione, prima di persone dal sud desertificato e senza lavoro al nord e poi dei giovani verso l'estero per mancanza di prospettive in Italia.
Insomma l'immigrazione non è che un problema momentaneo perché fra poco il nostro problema sarà quello di farci accogliere come emigranti in qualche paese più fortunato.

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