sabato 3 maggio 2008

Casta ignoranza

La discussione sui redditi online ancora una volta mostra che la classe dirigente, grilli parlanti compresi, ignora cosa avvenga nel mondo reale del 2008.
I nostri dati sono già in migliaia di archivi, alcuni anche all'estero, i protesti, le centrali dei rischi, il PRA, il catasto, gli enne enti previdenziali, i data base di marketing delle multinazionali, quelli delle banche e finanziarie, i tribunali, le polizie ed anche, ed ovviamente, il fisco.
Archivi che non si sa quanto siano protetti perché non c'è trasparenza sulla loro messa in sicurezza.
Quindi, qualsiasi entità pubblica voglia farci le pulci ha i mezzi tecnologici per farlo.
Ovviamente anche i servizi segreti stranieri hanno tutte le competenze e le macchine per accedere a qualsiasi archivio senza lasciare tracce (vedi le battaglie della http://www.eff.com/ contro il governo USA accusato di avere in segreto la tecnologia per rompere qualsiasi codice).
E, siccome anche le organizzazioni criminali hanno la capacità per avere le migliori risorse tecnologiche, è chiaro che, se vogliono, possono entrare ed uscire da qualsiasi archivio "insalutato ospite".
Per non parlare della frequente perdita/abbandono di nastri, dischi e PC con dati sensibili.
Tutto già evidenziato nel 1980 in "Data Base Nation" dove si mostra la fine "oggettiva" della privacy causa la pervasività delle tecnologie ICT.

Ciò premesso, ne vengono fuori due cose:
1) ci si preoccupa che il vicino non sappia il nostro reddito ma non che ci analizzino ogni giorno per i più svariati motivi: dal volerci vendere qualcosa a capire se si è mafiosi, terroristi o elettori acquisibili;
2) il fisco, nonostante tale potenza informativa e l'autorità per usarla, non è in grado di far pagare le tasse a tutti, forse per una legislazione troppo ingarbugliata che permette un contenzioso eterno.

Perciò una primissima cosa da fare sarebbe semplificare il sistema fiscale; Berlusconi come Alessandro: tagliare il nodo con un deciso colpo di spada!

Nessun commento: