lunedì 21 aprile 2008

Confrontare patate e fagioli

Una pubblicità degli industriali di Venezia mostra la differenza, dopo le imposte, del salario di un dipendente italiano confrontato con quello in altri paesi.

Mi sembra la solita furbata italiana, oppure una prova della crassa ignoranza che ormai alberga anche nella testa della classe dirigente che si crede meglio dei politici.

Come si fa a comparare un sistema fiscale come quello inglese dove, accanto a tasse simili a quelle nostre (IVA, IRPEF) e più basse delle nostre, c’è una tassa a favore degli enti locali, la council tax, dove per un immobile del valore di 50.000 euro se ne pagano 1.250 all’anno con un massimo, per un immobile del valore di 400.000 euro e più, di ben 3.700 euro all’anno?

E in UK, periodicamente, mi sembra ogni due anni, viene affidata ad una società di revisione esterna alla pubblica amministrazione la revisione del valore degli immobili.

Anche negli USA è lo stesso, infatti a NYC, per un bilocale si pagano 500 dollari al mese solo per la property tax, che va allo stato di New York e al comune di NYC, oltre alle tasse sul reddito, che vanno al governo federale, i contributi per la pensione, che vanno alla Social Security, e, come è noto, per le malattie ci si deve assicurare o avere l’assicurazione dal datore di lavoro.

Siamo alle solite: ogni banda italiana aggrava il proprio problema cercando di intrugliare le acque con leggende metropolitane che contribuiscono a dare l’immagine di un paese di pressappochisti, se ci va bene, o di furbi matricolati, se ci sgamano.

Purtroppo a questo clima contribuiscono pure i media che, non solo non fanno mai chiarezza, ma spesso riportano acriticamente fumose dichiarazioni di politici che vorrebbero importare in Italia istituti fiscali che hanno il difetto di essere delle pure fantasie, come quella che in USA si scaricherebbe tutto dalle tasse, leggenda che è stata dimostrata falsa da http://www.lavoce.info/, ma che viene propalata da "statisti" come Fini, Tabacci, Follini e Di Pietro, senza che nessuno li prenda a fischi e pernacchie come meriterebbero.

1 commento:

LivePaola ha detto...

Per citare però ancora lavoce.info:
"In Italia la pressione sui patrimoni [immobiliari] è tra le più basse tra i paesi Ocse: preferiamo tassare il lavoro e i profitti d’impresa. Dovremmo fare il contrario: nel nostro paese lavorano troppe poche persone e le imprese sono troppo piccole. Negli Stati Uniti, la tassa sugli immobili serve ai governi locali per finanziare scuole, infrastrutture e programmi sociali. [...] Berlusconi è un politico abile. Ha capito che l’Ici è la tassa più odiata dagli italiani. Non perché sia troppo elevata. L’ultimo governo Prodi ne aveva già ridotto l’importo oltre il necessario. Forse perché l’80 per cento degli elettori possiede una casa e solo il 60 per cento degli italiani in età lavorativa svolge un’occupazione?"
http://www.lavoce.info/articoli/pagina1000377.html