domenica 23 marzo 2008

Over 29? No grazie!

Un effetto generale che non viene mai tenuto in conto quando si iper regolamenta è qualcosa che nel marketing è ben conosciuto: il consumatore/utente è quello che sceglie/adatta i prodotti/servizi alle sue esigenze.

Un esempio è l’SMS, nato per comunicazioni di servizio fra i tecnici dei cellulari, diventato uno strumento di grande successo, adattato dall’utenza a sue esigenze non previste dai carrier.

Lo stesso capita anche con le leggi ed i regolamenti. Si fanno spesso centinaia di leggi, pensando di scolpirle nella pietra, come i dieci comandamenti (che erano solo dieci), e non ci si rende conto che gli utenti adattano le leggi alle proprie esigenze ed, in alcuni casi, le usano, come gli SMS, in modo molto diverso e spesso distorto rispetto agli scopi per cui erano nate.

Una delle tante cose della legge Biagi, utilizzate in maniera distorta, sono i contratti d’inserimento, che possono essere applicati anche ai lavoratori sotto ai 29 anni.

Questo tipo di contratto prevede sconti sulla contribuzione INPS (25% al centro-nord e parificata a quella degli apprendisti al sud) e, ovviamente, gli imprenditori “preferiscono” uno che abbia meno di 29 anni (e basta guardare le inserzioni per ricerche di personale).

L’effetto distorsivo è che la persona che ha superato i 29 anni non riesce più a trovare/cambiare impiego, i cacciatori di teste semplicemente la eliminano dai loro data base, e quindi si impedisce all’over-29 di migliorare la sua posizione di carriera e/o economica, bloccata in un posto che potrebbe essere ambito da una persona più giovane ed agli inizi della sua vita lavorativa, e in oltre costringe l’azienda con una posizione libera ad estenuanti ricerche del mitico under-29 che abbia l’esperienza per un posto di livello dove un over-30 farebbe molto meglio.

E lo stesso si potrebbe dire di tutte quelle leggi di agevolazione sui contributi INPS che, teoricamente dovrebbero favorire l’occupazione, ma che in effetti hanno creato tante situazioni distorte che hanno alla base l’idea di far costare di meno il posto di lavoro.

Ecco il proliferare dei precari, dei lavori a progetto, delle partite IVA per lavori subordinati. Tutte fattispecie utilizzate soprattutto per pagare meno contributi INPS, il che significa iniziative imprenditoriali che nascono sul presupposto di un regalo, che prima i poi sparisce, perché INPS non ce la fa o perché il 29enne diventa 30enne.

Che cosa succederebbe se, come in USA o in Francia o in UK, ci fosse una sola Social Security dove tutti, dipendenti ed autonomi (giornalisti e avvocati compresi) si dovessero iscrivere, pagando tutti lo stesso contributo del 12%, come avviene negli USA o del 18% in Francia?

Certamente alcune attività non sarebbero più competitive, e ovviamente destinate a sparire, ma avremmo anche un mercato sterilizzato da imprenditori che si arrampicano sugli specchi.

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