Per quanto in Italia i politici -per incompetenza o per opportunismo - ciancino di continuo di aumento dell'occupazione, e per quanto i media, -per ignoranza o perche devono leccare il deretano ai politici che li sovvenzionano - ignorino completamente la discussione culturale che in altri paesi si sta interrogando su come gestire una vita senza lavoro, il fatto che buona parte del lavoro sparirà è ormai dato.
Ovviamente, la nuova situazione comporterà che milioni di persone dovranno vivere di un sussidio e senza dover fare niente.
Altre ipotesi, come il "lavorare meno lavorare tutti", sono fantasie di sindacalisti milionari e di ricchi rivoluzionari, che non hanno mai visto una fabbrica né un ufficio, una corsia d'ospedale o passate ore a studiare.
Certo, per chi è abituato, - per vissuto familiare e/o personale - a lavorare praticamente da sempre, pure durante le vacanze scolastiche per comprare una scatola di montaggio o il motore di un aesromodello, fa un po' senso pensare a milioni di nullafacenti che "involontariamente" passano le giornate a giocare con le onde per poi dedicarsi al sesso tantrico con la disponibile moglie adorante, ma purtroppo non ci possiamo fare niente.
Quelli che hanno sempre lavorato, alla fine avranno costruito il migliore dei mondi possibile per chi non sa fare niente, e il migliore dei mondi possibile per chi vuole fare qualcosa.
Perché, per fare, meglio avere intorno gente che vuole fare che quelli che non si danno da fare.
Di quelli che aspettano la chiamata o il posto ad hoc, possiamo pure fare a meno, e possiamo persino mantenerli.
Roberto Marsicano
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